Il poker come specchio della vita in
"Regalo di Natale" al teatro Bobbio

Venerdì 8 Marzo 2019 di E.B.
Il poker come specchio della vita in "Regalo di Natale" al teatro Bobbio
TRIESTE -  Avete mai pensato al poker come specchio della propria vita? A far riflettere il pubblico ci pensano i protagonisti di "Regalo di Natale", in scena da stasera 8 marzo fino al 13 al teatro Orazio Bobbio. Si tratta dell’adattamento teatrale del film del 1986 di Pupi Avati Regalo di Natale in cui Marcello Cotugno dirige Gigio Alberti, Filippo Dini, Giovanni Esposito, Valerio Santoro e Gennaro Di Biase. Quattro amici di vecchia data, Lele, Ugo, Stefano e Franco, si ritrovano la notte di Natale per giocare una partita di poker. Con loro vi è anche il misterioso avvocato Sant’Elia, un ricco industriale contattato da Ugo per partecipare alla partita. Franco è proprietario di un importante cinema di Milano ed è il più ricco dei quattro, l’unico ad avere le risorse economiche per poter battere l’avvocato, il quale è noto nel giro per le sue ingenti perdite. Tra Franco e Ugo, però, i rapporti sono tesi; la loro amicizia, infatti, è compromessa da anni, al punto tale che Franco, indispettito dalla presenza dell’ormai ex amico, quasi decide di tornarsene a casa. La sola prospettiva di vincere la somma necessaria alla ristrutturazione del cinema lo fa rimanere.

La partita si rivela ben presto tutt’altro che amichevole: sul piatto, oltre a un bel po’ di soldi, c’è il bilancio della vita di ognuno, i fallimenti, le sconfitte, i tradimenti, le menzogne, gli inganni. È uno tra i più bei film di Avati, lucido, amaro, avvincente.  In scena i cinque attori, di grande livello, si calano in una partita che probabilmente lascerà i loro personaggi tutti sconfitti, a dimostrazione di come alcuni valori fondamentali delle relazioni umane – amicizia, lealtà e consapevolezza di sé – stiano dolorosamente tramontando dal nostro orizzonte.  Con la sua stringente contemporaneità e la sua universalità fuori dal tempo, la parabola di Regalo di Natale è allora il trionfo del singolo sul collettivo, è la metafora del successo di uno conquistato a spese di tutti, è il simbolo di una teatralità doppia e meschina, è un’amara una riflessione su come stiamo diventando. O su come forse siamo già diventati. Se il poker è lo specchio della vita, il teatro è il luogo dove attori e spettatori si possono rispecchiare gli uni negli altri. E due specchi messi uno di fronte all’altro generano immagini. Infinite. 
Ultimo aggiornamento: 13:35 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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