Gli scienziati in fuga dalle guerre
si raccontano: «Siamo una risorsa»

Lunedì 13 Marzo 2017 di E.B.
Gli scienziati in fuga dalle guerre si raccontano: «Siamo una risorsa»
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TRIESTE - Racconteranno chi sono, da dove vengono e le sofferenze provocate dalla situazione che vivono in quanto scienziati in fuga dalle guerre. Sono loro i protagonisti del workshop che si apre oggi all'Ictp (Abdus Salam International Centre for Theoretical Physics) fino al 17 marzo. Menti brillanti costrette a fuggire dai rispettivi Paesi, prevalentemente dal mondo arabo e dai Balcani, con la speranza di farvi un giorno ritorno per arricchire con le proprie conoscenze le loro terre di appartenenza. Sono climatologi, chimici, dottori, specialisti agricoli provenienti da Siria, Yemen, Libia, Afghanistan e Iraq. Si confronteranno raccontando le proprie esperienze nell'ambito della conferenza internazionale organizzata da The World Academy of Sciences (Twas). Per la prima volta illustri scienziati provenienti da 56 Paesi faranno il punto sulle avversità incontrate in quanto rifugiati di guerra e sulle possibili politiche a supporto della loro realizzazione professionale nella consapevolezza di rappresentare «una risorsa preziosa» per i Paesi che li ospitano. L'evento è organizzato anche dall'Ogs e dall'Università Euromediterranea  di Pirano (Slovenia). «Estremamente importante» per la presidente di Ogs Maria Cristina Pedicchio aiutare i ricercatori rifugiati a trovare un lavoro appropriato: «Le loro esperienze e capacità non devono andare perse e da parte nostra l'impegno è quello di incoraggiarli a lottare e superare tutti gli ostacoli e preservare la loro conoscenza scientifica, sia in termini di carriera che di vantaggi per i paesi che li ospitano». Si stima che, soltanto in Siria, la guerra abbia provocato la dispersione di 11 milioni di persone e più di un milione ha chiesto asilo in Europa ma quanti siano esattamente gli scienziati e gli ingegneri rifugiati di guerra resta un numero oscuro. Al termine dell'evento verranno stilate alcune raccomandazioni che la TWAS diffondera' in seguito presso governi, capi di stato e politici, sul modo di affrontare migrazioni che coinvolgono scienziati con cultura e capacita' di contribuire al benessere e al progresso collettivo. 
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