I fumetti con minori nudi? «Sono pedopornografia». La sentenza sui manga

La Cassazione condanna un militare per la detenzione delle illustrazioni. Secondo i giudici da un disegno si può dedurre che i soggetti siano minorenni

Lunedì 18 Dicembre 2023 di Valentina Errante
I fumetti con minori nudi? «Sono pedopornografia». La sentenza sui manga

Anche i fumetti e i disegni che raffigurano ragazzine minori in atteggiamenti sessuali o nude sono materiale pedopornografico. Così la Cassazione "vieta" alcuni manga hentai, termine che in giapponese vuol dire "pervertito", che contengono scene di sesso esplicito, spesso con giovanissime protagoniste. Un mondo molto frequentato dai ragazzi, quello delle strisce a sfondo erotico, e non solo, nel quale non sono rari i disegni di scene hard con protagonisti adolescenti. Una decisione che ha suscitato non poche reazioni sui social tra gli appassionati del genere che, ovviamente, non apprezzano la scelta dei giudici. La sentenza, che si rifà a un'interpretazione già espressa dalla Corte nel 2017, pone in secondo piano il fatto che le persone ritratte siano reali o personaggi di fantasia e si fonda sulla rilevanza penale della rappresentazione di situazioni in cui i minori siano ridotti al rango di oggetti sessuali. E così la Corte ha confermato la condanna per un militare che, a Trieste, nel 2021, era stato ritenuto responsabile per la detenzione di materiale pedopornografico anche in relazione alle fotografie di alcune tavole di fumetti trovate in una chiavetta Usb, che conteneva tra l'altro altre immagini di minori.

I MOTIVI

Il legale dell'imputato aveva impugnato la sentenza facendo riferimento, tra l'altro, a un vizio di motivazione. La difesa sosteneva che la decisione della Corte territoriale andasse annullata, perché, in quanto ai fumetti e ai "manga", i giudici avevano applicato una nozione di pornografia virtuale che superava di gran lunga quella contenuta dall'articolo 600 quater del codice penale, che riguarda appunto alla detenzione di materiale pedopornografico e riguarda anche immagini "virtuali".

Secondo gli avvocati le immagini non potevano indurre alcuno a ritenere reali le situazioni rappresentate. Ma il ricorso è stato rigettato dalla Corte che sottolinea: «Le due fotografie per cui è stata pronunciata condanna raffigurano - senza ombra di dubbio - (come peraltro molte altre) giovani ragazze, poco più che bambine; la statura, il volto, i caratteri sessuali appena accennati (lo sviluppo mammario e pilifero) sono elementi rivelatori del fatto che trattasi di soggetti di età ampiamente inferiore ai diciotto anni».

I CARTONI

E i giudici ribadiscono come debba condividersi il richiamo della Corte d'Appello alle sentenze che hanno conferito «rilevanza penale non solo alla riproduzione reale del minore in una situazione di fisicità pornografica, ma anche a disegni, pitture, e tutto ciò che sia idoneo a dare allo spettatore l'idea che l'oggetto della rappresentazione pornografica sia un minore: elaborazione che consente di ritenere immune da censure la conferma della decisione di condanna sia per i fumetti, sia per le illustrazioni del racconto erotico raffiguranti minori impegnati in atti incestuosi o altre attività sessuali». Per la Cassazione non c'è alcuna differenza tra immagini reali e tavole disegnate: entrambe sono da considerarsi materiali pedopornografici e quindi il loro possesso costituisce un reato. Basta che fumetti o un cartoni animati abbiano una qualità rappresentativa «tale da far apparire come accadute o realizzabili nella realtà e quindi vere, ovvero verosimili, situazioni non reali, ossia frutto di immaginazione di attività sessuali coinvolgenti bambini e bambine».

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IL FENOMENO

A partire dalla metà degli anni Novanta, il fenomeno dei manga si è molto diffuso in Europa, arrivando nel 2004 a rappresentare circa un terzo delle vendite di fumetti in Francia. Secondo la Japan trade organization, le vendite di manga hanno raggiunto 212,6 milioni di dollari nelle sole Francia e Germania nel 2006. E proprio la Francia rappresenta circa il 50 per cento del mercato europeo per i fumetti giapponesi ed è il secondo mercato mondiale dopo il Giappone. In Italia sono state le case editrici Glenat, Granata Press e Star Comics, a tradurre i fumetti. Secondo l'Associazione italiana editori, il valore del venduto, espresso in termini di prezzo di copertina, è quasi triplicato negli ultimi anni, passando da 36,450 milioni di euro nel 2019 a 100,245 milioni nel 2021.
 

Ultimo aggiornamento: 08:22 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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