Miglior regista esordiente, la triestina Laura Samani vince il David di Donatello

Giovedì 5 Maggio 2022
laura samani

CINEMA - Una piccola casa di produzione lontana dalle grandi città ma vicina al sentire del pubblico. Lo dimostra il successo ottenuto lunedì ai David di Donatello, dove ha visto premiato il proprio film Piccolo Corpo, della triestina Laura Samani, con il riconoscimento per il miglior esordio alla regia. Un risultato inatteso ma non troppo, dato che nonostante il periodo difficile per le sale cinematografiche, il film uscito a febbraio aveva riscosso un buon successo di pubblico. Un risultato firmato dalla Nefertiti Film di San Vito al Tagliamento, di cui è responsabile (oltre che co fondatrice) Nadia Trevisan, che con il marito e regista Alberto Fasulo da tempo opera in questo settore.
LA STORIA
Coprodotto con Rai Cinema, Tomsa Film (Francia) e Vertigo (Slovenia), racconta un viaggio interiore, dalla realtà alla trascendenza, di una madre alla ricerca della degna sepoltura per la propria figlio nato morto, nel Friuli di inizio 900. Un viaggio dalla laguna di Caorle e Bibione alle montagne della Carnia e del Tarvisiano, per portare la bimba nata morta in una valle fra le montagne innevate, verso una chiesa in cui risvegliano i bambini nati morti.
«LAVORO DI SQUADRA»
«Era già una soddisfazione essere nella cinquina, vincere è stato emozionante - racconta Nadia Trevisan - credo che Piccolo Corpo abbia colpito per l'unicità della storia, il lavoro collettivo che si è sentito. Il film ha avuto una lavorazione di cinque anni, le riprese sono state fermate più volte dalla pandemia, ma non abbiamo mollato e i risultati si sono visti. Ho conosciuto Laura a Cannes nel 2016, dove entrambe stavamo seguendo dei workshop, e c'è stata subito intesa. Il film ora tornerà nelle sale, a Pordenone dal 12 maggio, per poi essere proposto nei festival internazionali e nelle arene estive».
LA REGISTA
Trentatrè anni, Laura Samani si era già distinta per il cortometraggio La Santa che Dorme, del 2016. «Sono molto superstiziosa, non ho preparato un discorso e me ne pento - ha detto ricevendo il premio a Cinecittà - Voglio dedicare il premio a Thomas Rupil (sessantenne di Prato Carnico morto nel 2020 che oltre che nel film aveva lavorato anche in Menocchio, prodotto sempre da Nefertiti, ndr) che purtroppo non c'è più e che mi ha ricordato, quando avevo paura, che non bisogna averne ma si deve solo capire le cose».

 

Ultimo aggiornamento: 14:45 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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