Tony Kukoc, solidarietà a canestro: «Italia, coraggio»

Lunedì 16 Marzo 2020 di Alberto Mariutto
Tony Kukoc, ex campione della Benetton
Dietro ai giocatori, ci sono le persone. A volte, come abbiamo visto di recente, possono deludere. Altre invece sono capaci di sorprenderti. È il caso di Tony Kukoc, amatissimo ex campione della Benetton (oltre che dei Chicago Bulls), che ieri ha postato una foto di quando - giovanissimo - vestiva la maglia biancoverde, con l’eloquente scritta “Coraggio Italia”.
LA SCELTA
Un gesto apprezzatissimo dai tifosi trevigiani, come è piaciuta la scelta di Ivan Almeida, il capoverdiano della De’ Longhi, di non fare ritorno in patria - pur con il beneplacito della società - per evitare il rischio di portare il virus nello splendido arcipelago situato in mezzo all’Atlantico. E non si tratta di una decisione a cuor leggero: «A Capo Verde - spiega il neo acquisto di Tvb - ho tutti i mie parenti, tra cui zii, zie e cugini, ma anche e soprattutto mio figlio. Invece mio fratello Joel è in Grecia, dove fa il giocatore di basket professionista (nel Psychiko, nella seconda categoria ellenica, ndr). Ci teniamo tutti in contatto molto spesso, cercando di rimanere positivi nonostante tutto». La preoccupazione c’è, ma si può comunque rimanere lucidi e razionali: «Senza dubbio ci troviamo di fronte ad una situazione allarmante - continua l’ala della De’ Longhi - perché ci sono migliaia di famiglie in tutto il mondo che sono state colpite da questa pandemia. Questo virus ci sta mostrando quanto siamo vulnerabili e come possa cambiare la vita di una persona in meno di un mese. È tutto da vedere quali saranno le ripercussioni di questa situazione nelle settimane a venire: la speranza è che, con il passare del tempo, le cose possano tornare pian piano alla normalità per tutti».
I PROGETTI
Lungi dal farsi prendere dal panico, Almeida ha trovato subito il modo di adattarsi alle nuove condizioni di vita, in una città in cui aveva appena iniziato ad ambientarsi:«Passo il tempo a casa e per fortuna non sono solo, ma con la mia fidanzata Vanina. Lavoro ai miei progetti musicali, mi tengo in forma con gli allenamenti, leggo, ascolto le news e mi svago davanti a Netflix. Non c’è molto che Treviso Basket possa fare per aiutarmi, visto che siamo in un contesto completamente nuovo e nessuno al mondo era preparato per qualcosa di simile. Cerco di tenermi occupato il più possibile e di non pensare troppo alla situazione in cui siamo finiti». Per ora la pallacanestro è soltanto un ricordo: «Quello che tutti dobbiamo fare è comportarci da persone responsabili e seguire i protocolli, per evitare di danneggiare qualcun altro. Per cui continuerò a rimanere chiuso in casa e andrò avanti con la routine che mi sono costruito. Al massimo andrò al supermercato, quando avrò bisogno di comprarmi da mangiare. Mi auguro vivamente che tutti quanti stiano seguendo le regole, perché tutto dipende da noi, oltre che dai medici e dal personale degli ospedali, che stanno correndo ogni giorno grandissimi rischi. Credo che, nonostante le restrizioni, ognuno abbia il minimo necessario per passare le proprie giornate in modo dignitoso».
I CAMPIONATI
Nel frattempo, come in Italia anche parecchie altre nazioni europee hanno sospeso i propri campionati: Slovacchia e Svizzera hanno cancellato la stagione; in Lituania, Ucraina e Belgio hanno nominato campioni rispettivamente Zalgiris Kaunas, Dnipro e Ostenda, che erano in testa alla classifica. Nel nostro Paese l’idea è quella di portare a termine la stagione, se lo sviluppo dell’emergenza Covid-19 e i decreti governativi lo renderanno possibile. Come? Nella migliore delle ipotesi, la Legabasket vorrebbe tornare in campo già domenica 5 aprile, recuperando le sei giornate mancanti dopo l’ultima, prevista per il 26 dello stesso mese. Dopodiché le serie playoff sarebbero al meglio delle tre partite, come si faceva una volta: questo permetterebbe di rispettare la deadline del 12 giugno e consentirebbe lo svolgimento del Preolimpico di Belgrado (23-28 giugno), sempre che non venga cancellato o rinviato. La Fip ha una posizione molto meno ottimista: l’idea è attendere addirittura la fine del mese di aprile, intesa come termine ultimo per un’eventuale ripresa dell’attività. Poi si deciderebbero date e formula per concludere: l’importante è evitare la neutralizzazione. Ovviamente ci sarebbe molto più agio se il Preolimpico e le stesse Olimpiadi di Tokyo dovessero slittare, ipotesi tutt’altro che impossibile: in quel caso, si potrebbe addirittura pensare di concludere la stagione senza modifiche o stravolgimenti della formula. Se ci sarà una ripresa - e questa sarebbe una buona notizia per tutti noi, a prescindere dal basket -, per la De’ Longhi e per molte altre squadre ci sarà da risolvere il problema stranieri, visto il fuggi fuggi generale ed i blocchi nelle principali rotte aeree. In questo senso la Fip ha già dimostrato ampia flessibilità, per ulteriori tesseramenti e visti.
 
Ultimo aggiornamento: 07:21 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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