Tolo Marton nel The Rock Music Circus: «Mi ha risvegliato dalla depressione musicale»

Giovedì 25 Agosto 2022 di Sara De Vido
Tolo Marton the Rock Music Circus

TREVISO - Otto date all'interno di un circo per una lettura originale della storia del rock con protagonista Tolo Marton, chitarrista trevigiano conosciuto a livello internazionale, accanto a musicisti con cui collabora da sempre e vecchi amici. Da un'idea di Alessandro Zanetti nasce The Rock Music Circus, curioso progetto che si svolgerà dal 26 agosto al 17 settembre a Silea, Strada della Serenissima (Area Burger King). Tra gli ospiti Ian Paice, celebre batterista dei Deep Purple, che salirà sul palco sabato 17 settembre nella serata dedicata alla musica dei Deep Purple e dei Cream. Sarà un vero e proprio viaggio musicale attraverso pagine e artisti che hanno segnato un'epoca in una struttura particolare come quella del circo, che verrà installato per l'occasione.
«Forse pochi ricordano un programma dei Rolling Stones di fine anni 60, di cui conservo ancora la videocassetta, - spiega Tolo - Mick Jagger interpretava il direttore di un circo che ospitava per l'occasione tanti amici musicisti. Ne era nato il disco live Rock'n'roll circus. L'idea dell'amico Zanetti evoca nel suo piccolo questo evento». Le serate saranno presentate dal critico musicale Michele Bugliari (per biglietti e informazioni: www.therockmusicircus.it).
Come nasce l'idea di questo spettacolo?
«E' un'idea di Alessandro Zanetti, un amico che conosco fin dagli anni Ottanta, quando mi aveva invitato per un paio di serate a Treviso. Mi ha ricontattato di recente per propormi questa serie di concerti sulla storia del rock, nel modo in cui come chitarrista la vedo. Mi ha lasciato carta bianca».
E lei a cosa ha pensato?
«Ho pensato alla musica della mia generazione, a quella che mi ha formato. Ovviamente si potevano fare mille altre scelte, ma dovevo condensare e ho scelto le cose a me più vicine. Le serate sono a tema, o a doppio tema - Rolling Stones e Beatles ad esempio. La prima serata del 26 agosto è proprio la musica della mia gioventù, quella che ascoltavo quando ero un bambino, 1957-59. Ho dei ricordi ancora freschi di quel periodo. I miei fratelli e sorelle ascoltavano sempre musica e io ascoltavo anche quando ero a letto, dall'altra stanza. E il giorno dopo andavo a cercare i dischi per sentirli con il giradischi. Erano gli anni di Elvis, Paul Anka ma anche di autori italiani».
Per queste serate ha chiamato tanti musicisti, incluso Ian Paice. Hanno accettato tutti?
«Tutti quanti, anche quelli che non vedevo da molto tempo. Sono stati pronti a fare prove e a memorizzare tantissimi brani. Alcuni musicisti ci sono in tutte le serate, altri no. Il mio batterista Andrea De Marchi ci sarà in tutte le serate tranne la prima che vede degli esperti di rockabilly per entrare nelle atmosfere degli anni Cinquanta. Il mio bassista Cristiano Schiabello in quattro date».
Tra i musicisti, ricorda qualcuno con uno speciale affetto?
«Certamente alcuni amici con cui ho iniziato a suonare, Carlo Visentin alle tastiere. Poi Massimo Fantinelli, anche lui suonava con me nel mio gruppo. E Ren Ashfield, inglese che vive da tempo in Italia».
Come avete provato per l'evento?
«Stiamo ancora provando. Diciamo che abbiamo combinato lo studio a casa con delle prove insieme nei giorni precedenti il concerto».
Cosa ha significato per lei organizzare questo evento?
«Mi ha svegliato da questo periodo di depressione da un punto di vista musicale. Non si suonava. Ho perso il lavoro durante la pandemia. Va detto molto chiaramente. Ma questa è una luce di speranza che mi dà tanto entusiasmo e preoccupazione. C'è tantissimo da imparare e la memoria non è più quella di una volta! Ma la passione, quella c'è e ci sarà sempre».
 

Ultimo aggiornamento: 27 Agosto, 10:32 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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