Terrorista arrestato, Ali era il braccio destro dei capi del gruppo estremista

Giovedì 9 Giugno 2022 di Valeria Lipparini
Alì Nauman scortato dalla Digos fuori dal grattacielo di via Pisa

TREVISO - Non era un terrorista islamico qualsiasi Ali Nauman, 23enne, taciturno e a conoscenza di un italiano scarno, ospitato in un appartamento del grattacielo di via Pisa. Affiliato alla cellula jihadista del Gruppo Gabar, che il 25 settembre 2020 firmò l’attentato all’ex sede di Charlie Hebdo, nato in Pakistan ma “intercettato” in Italia, prima a Trieste e poi a Treviso, risulta un esponente di rilievo del gruppo terroristico italiano.

Il muratore, dipendente da una società edile di Pieve di Soligo, sarà interrogato stamane dal gip di Genova. Arrestato con altre quattordici persone, è accusato di associazione con finalità di terrorismo internazionale e si avvarrà della facoltà di non rispondere. L’interrogatorio di garanzia si svolgerà alle 11,30, in teleconferenza da Vicenza, dove è detenuto, difeso d’ufficio dall’avvocato Silene Marocco, del foro di Genova.


CHI E’


L’ordinanza con cui il giudice per le indagini preliminari di Genova, Silvia Carpanini, ha disposto la custodia cautelare definisce Nauman come un personaggio di spicco del gruppo. A collegarlo al gruppo estremista sarebbe il fatto che compare nei manifesti ufficiali del Gruppo postati su Facebook e in molti video e foto che lo ritraggono in compagnia con le “menti” del Gruppo terrorista di fede islamista Gabar. Ad esempio, compare nel manifesto principale e in diversi altri manifesti del Gruppo Gabar Italia e del gruppo Gabar Grecia insieme a Peer (in realtà Nadeem Raan, 33 anni) uno dei capi e un altro esponente di spicco, Kami King. Compare con un altro nome, cioè quello di “Noman Butt” e secondo la procura di Genova continua a compiere opera di proselitismo.
Tranquillo e silente sì. Ma inattivo proprio no. Posta, “costruisce” video, fa dei collage, realizza storie. E usa tutti i canali possibili e immaginabili: Facebook, Tik Tok, Instagram. Non si fa mancare nulla. Perchè, proprio attraverso il web fa opera di proselitismo. E che sia una figura di spicco, secondo la Procura della Repubblica di Genova, lo documenterebbe il fatto che compare in tutti i manifesti del gruppo Gabar. E compare in posizione di rilievo, al centro tra il capo “Peer” e il suo braccio destro Kami King. Ad esempio, ecco Ali Nauman sul profilo Facebook del Gruppo Gabar Italia, pubblicata il 7 agosto 2020. Si apostrofa come Noman Butt e vi sono riprodotti, per rendere immediatamente percepibile l’atteggiamento aggressivo del gruppo, tre leoni e fucili d’assalto. La foto riceve 329 like e 277 commenti. L’attività social di Nauman non conosce sosta. Il 19 ottobre 2020 viene pubblicato sul profilo Facebook del Gruppo Gabar Italia un collage con le foto di lui stesso e di Kami King e Nadeen Raan con la didascalia “La storia si ricorderà di noi Gabar King Group Grecia”. 


IL PERICOLO


Ancora, il 18 ottobre del 2021 sul profilo Facebook del Gruppo Gabar Italia viene pubblicato un collage con le foto di Kami King e il solito Nauman con la scritta “affronterò presto questi venti, quelli che al giorno d’oggi corrono contro di noi”. Poi, a metà del 2021 Nauman pubblica un’altra storia temporanea con persone armate di spade. E, poco dopo, altra storia temporanea con la foto di due pistole cariche, pronte all’uso e il nome “Butt” formato dai proiettili. Continua, ininterrottamente, a postare video-composizioni. Lo fa insieme ai leader del gruppo, il capo Peer e il suo secondo Kami King. Secondo la Procura Nauman è particolarmente attivo nell’opera di propaganda come dimostra la creazione della pagina Facebook del Gruppo Gabar Italia e la molteplicità di video con armi e frasi che inneggiano alla violenza. Nauman è, inoltre, l’unico degli indagati che continua ad avere un’intensa attività social, evidentemente non condividendo la cautela degli altri appartenenti al gruppo. In quest’ottica risulta allarmante la frase che posta dicendosi pronto “ad affrontare i venti che spirano contro di noi” Allarmante per due ragioni. Perchè avviene a pochi giorni dal suo ingresso clandestino in Italia e fa presagire la realizzazione di iniziative violente. Ed è ancora più allarmante se messa in relazione con il programma di Yaseen Tahir di costituire una cellula italiana a cui si sommano il fermento e i molteplici movimenti dei soggetti inseriti nel gruppo “mappati” dalla Polizia che ha tracciato viaggi, cene in cui si parla di attività terroristica e intercettazioni che lasciano poco spazio ai dubbi.

Ultimo aggiornamento: 07:35 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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