Nel 2013 tentò di bruciare la moglie. «Recuperato con i corsi antiviolenza e ora ha una nuova compagna»

Andrea Loro dopo il carcere ha intrapreso un percorso di recupero

Domenica 24 Dicembre 2023 di Mauro Favaro
Andrea Loro e l'auto incendiata

LORIA - Undici anni fa tentò di uccidere sua moglie. E adesso, dopo il carcere, la partecipazione a corsi sulla violenza di genere e un percorso dedicato proprio al recupero di uomini violenti, si è rifatto una vita con accanto un'altra donna. Andrea Loro, oggi 43enne, nella notte del 17 gennaio del 2013 sorprese Matilde Ardia, madre dei suoi due figli, nel garage di casa stringendole le mani al collo, poi la caricò in auto e dopo aver simulato un incidente stradale diede fuoco alla macchina.

Lei, risvegliata dal calore delle fiamme, riuscì miracolosamente a salvarsi. Il tribunale condannò Andrea Loro inizialmente a 13 anni. Di seguito ci furono degli sconti per buona condotta. E nel 2019 venne dato l'okay al regime di semilibertà per consentirgli di andare a lavorare a Ramon.

LA RINASCITA
Matilde Ardia, sua ex moglie, nel frattempo ha cambiato totalmente vita. Abita lontano dal Veneto. Ma dopo aver scontato la pena, anche Loro si è rifatto una vita con un'altra donna. «È stato fondamentale l'aiuto di un centro specializzato nel recupero di uomini violenti. Nello specifico, "Cambiamento maschile" di Montebelluna (progetto gestito dalla cooperativa "Una casa per l'uomo", ndr) spiega Lorenza Secoli, l'avvocato che ha seguito l'uomo fin dall'inizio del percorso giudiziario la rieducazione è sempre possibile. Ovviamente sempre che l'individuo sia disposto a guardare i propri errori e a cambiare. Soprattutto non deve essere giustificato in nessun modo, come invece troppo spesso accade ad esempio con riferimenti a un'infanzia difficile, problemi vari, oppure lei era vestita in certo modo, aveva bevuto e così via». «Anche nella prevenzione, l'attenzione deve essere rivolta all'uomo, non alla donna aggiunge l'uomo deve essere educato a gestire la propria rabbia e i propri impulsi».

CONSEGUENZE
La vicenda di Vanessa Ballan ha acceso un riflettore anche sulla gestione di denunce e segnalazioni. La 26enne, mamma di un bambino di 4 anni, in attesa del secondo figlio, martedì è stata uccisa nella sua casa di Spineda di Riese proprio dall'uomo che a fine ottobre aveva denunciato per stalking. «Il rischio è che passi il messaggio che denunciare è inutile. Anzi, è molto più di un rischio, quasi una certezza dice Secoli sembra che l'opinione pubblica sia più preoccupata che si intensifichino i provvedimenti restrittivi anche in caso di notizie infondate, piuttosto che a salvare la vita di donne in pericolo. Disporre un divieto di avvicinamento non comporta un grande limite, e potrebbe evitare il peggio. La vita di una persona vale anche il rischio di qualche falso allarme». Un punto di vista, quest'ultimo, sostanzialmente condiviso da Stefania Bertoldi, l'avvocato che ha assistito Matilde Ardia. «Ritengo molto più grave quello che è successo a Riese che non quello che abbiamo vissuto solo pochi giorni prima con la storia di Giulia Cecchettin mette in chiaro lì c'era una ragazza che purtroppo non aveva allontanato una persona. Qui, invece, una donna che secondo me era disperata. Tanto che era andata a fare la denuncia assieme al compagno». «La legge c'è, ma va applicata. E in certi casi è necessario cercare di guardare oltre al protocollo. C'erano segnali apparentemente molto forti. Non capisco come mai non ci sia stato un intervento immediato. Da quanto si apprende, credo sarebbe stato necessario valutare che non si trattava di una denuncia-beffa o di una situazione poco allarmante». Quando si parla di violenza di genere, la tempestività è fondamentale. «Il nodo sta nella prevenzione: bisogna puntare molto di più sull'immediatezza conclude Bertoldi tutti dovrebbero stare un po' più in allerta. Senza permettersi di sottovalutare, cosa che purtroppo a volte accade. Va sensibilizzato tutto l'entourage, comprese le forze dell'ordine e i magistrati. Spero che ciò che è capitato scuota le anime. Non credo debba fare dormire sonni tranquilli».
 

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