"Via del Popolo" Savero La Ruina racconta il mondo che cambia: «Così abbiamo perso il senso di comunità»

Martedì 11 Luglio 2023 di Chiara Pavan
Saverio La Ruina atteso a Treviso al festival GeA il 14 luglio

TREVISO - Una strada per raccontare una città, una società che cambia, una socialità che si trasforma. Un tempo ormai perduto. Come l’orologio di Dalì che si squaglia nella “Persistenza della memoria”, il tempo scorre, cancellando cose e persone. Lungo la “Via del Popolo”, osservata dalla terrazza di casa a Castrovillari, Saverio La Ruina ha visto il mondo cambiare. L’attore, drammaturgo e regista calabrese, tra i grandi interpreti della scena contemporanea, premio Ubu per i potentissimi “Dissonorata”, “La Borto” e “Italianesi”, arriva al Comunale di Treviso col suo nuovo lavoro, “Via del Popolo”, in scena venerdì 14 luglio (ore 19.30, incontro il giorno prima alle 17.15 alla Loggia dei Cavalieri), ospite del Festival “Gioiosa et Amorosa”.

Una società che si evolve vista dalla terrazza di casa.

«È la via in cui sono cresciuto.

E una sera, guardandola, mi ha preso una tristezza... Una volta era ricca di attività, c’era il cinema più bello ora diventato un enorme parcheggio, e poi la trattoria, due o tre calzolai, un sarto, una merceria, il fioraio, 3 generi alimentari, una macelleria, insomma la vita che pulsava. Lì c’erano le relazioni, c’era la comunità. Adesso vedo soltanto tre o quattro luci accese. Mi sono inventato un espediente teatrale, una sorta di passeggiata lungo la via tra due persone, l’uomo di un tempo che impiega mezz’ora a percorrerla, e quello di oggi a cui bastano 2 minuti».

Un cambiamento epocale.

«Che è accaduto un po’ ovunque, con i grandi monopoli che hanno fatto morire i luoghi delle relazioni. Lo spettacolo racconta la trasformazione di una società, ma allo stesso tempo si è riempito di elementi molto autobiografici, la mia crescita, la mia formazione, sentimentale e anche politica, e poi il rapporto con gli affetti, con i genitori».

Anche il tempo ha una funzione importante.

«Volevo capire come viene vissuto all’interno delle cose che succedono. L’orologio alla Dalì dà l’idea del tempo che si scioglie, diventando soggettivo. Il tempo, il passaggio, la permanenza e anche, ovviamente, la dipartita. Non a caso l’inizio dello spettacolo è in un cimitero».

Mondi che muoiono...

«Ma il cimitero è un luogo in cui ci sono anche persone care, come mio padre. Ho pensato a come possono diventare universali le cose personali. Quando si prova a essere autentici, credo che comunque si aggancino le emozioni. Perché le vite sono differenti, ma hanno cardini simili: i genitori, la formazione, gli incontri, le relazioni, l’amore, la passione politica, e anche la trasformazione. E poi il tema del “periferico”».

Cioè?

«Il paesino locale, nel mio caso Castrovillari, era il luogo in cui si iniziava a guardare al mondo, una periferia viva in cui avvenivano cose. Non pensavi di essere nel “deserto”, anche se vivevi al Sud. Ora la periferia è il deserto».

Nostalgia?

«Vorrei evitare l’effetto nostalgia: è chiaro che il mondo cambia, ma la riflessione va fatta su come è cambiato il senso di comunità. Ora si punta sull’individualismo più sfrenato, che però, alla fine, diventa solitudine, per di più rabbiosa. Quindi che si fa? Investiamo solo sui grandi centri che poi, sempre più grandi, contengono sacche di disperazione in aumento? Bisogna capire se vogliamo o no provare a guidare certi processi».

Il suo potente racconto di “sradicamento”, “Italianesi” sta per diventare un documentario.

«Sì, quel tema mi ha sempre appassionato: la prospettiva del migrante attraverso lo sguardo di uno che è italiano, che è cittadino italiano, e in qualche modo fa riflettere sul problema identitario che vivono tante etnia nell’occidente. Durante il tour dello spettacolo ho incontrato molti “italianesi” e li ho filmati con una telecamerina, così alla fine ho pensato di realizzare un documentario sulle loro storie; ho partecipato a un bando della Calabria Film Commissione, siamo ormai in fase di post-produzione. Spero di poterlo presentare al Torino Film Festival».

Ultimo aggiornamento: 13:18 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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