Spaccia cocaina ai colleghi: militare graduato agli arresti domiciliari

Venerdì 7 Febbraio 2020 di Alberto Beltrame
Spaccia cocaina ai colleghi: militare graduato agli arresti domiciliari
TREVISO - La cocaina scorreva a fiumi arrivando da Chioggia attraverso un contatto trevigiano. I fornitori si riferivano a lui chiamandolo il rosso per il colore dei suoi capelli, oppure lo definivano il carabiniere, perché in passato aveva presentato domanda di arruolamento nell'Arma, anche se non era stato ammesso. La divisa in effetti la indossava davvero Floriano Stifani, 44enne graduato dell'Esercito italiano residente in via Zermanese a Treviso, vicino all'ex caserma Serena, dove da ieri mattina si trova agli arresti domiciliari.

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Il suo nome risulta infatti nel lungo elenco di 25 persone (28 in totale gli indagati) sottoposte a misura cautelare nell'ambito dell'operazione Tsunami condotta dai carabinieri della compagnia di Chioggia Sottomarina, che hanno arrestato decine di soggetti (in 18 sono finiti in carcere, 5 ai domiciliari) di nazionalità italiana, ucraina, marocchina e slovena. Sono tutti accusati di spaccio di sostanze stupefacenti in concorso. Gli investigatori hanno calcolato che il gruppo, composto da diverse famiglie di Chioggia che avevano costituito una sorta di cartello, in poco meno di due anni abbia venduto 70 chili di cocaina, 150 di marijuana e 35 di hashish. «Se ci fermiamo noi non si sniffa più» dicevano alcuni degli indagati nelle conversazioni intercettate dai carabinieri. 

LE ACCUSE
Stifani è accusato di aver acquistato tra gennaio e novembre 2018 circa 300 grammi di cocaina da Marco Di Bella e Raffaele D'Ambrosio, figure apicali nella piramide della rete di spaccio che dal litorale veneziano, in particolare da Chioggia, trasferiva lo stupefacente nell'entroterra. Considerati i quantitativi e le modalità di acquisto in conto vendita, gli investigatori sono sicuri che parte della sostanza consegnata al 44enne venisse poi ceduta a terzi. Lo testimonierebbero alcune intercettazioni in cui Stigliani, di fronte al rifiuto di Di Bella di fornirgli lo stupefacente richiesto - scrive il gip di Venezia nell'ordinanza di custodia cautelare - esclamò adesso ai miei colleghi cosa gli posso dare, manifestando l'evidente preoccupazione di non poter fornire stupefacente alla propria clientela. Il sospetto è quello che tra i clienti del 44enne ci fossero insomma anche altri militari dell'Esercito. Nelle intercettazioni ambientali tra Di Bella e D'Ambrosio, il riferimento al carabiniere o al rosso compare più volte, sia per i pagamenti dovuti (ci deve ancora duemila e sei), sia per le consegne, che avvenivano a Chioggia, nei parcheggi o nelle stazioni di servizio. Il 44enne avrebbe acquistato dai 50 ai 100 grammi per volta, talvolta chiedendo di ritardare le consegne perchè i suoi due amici sono in Thaliandia, talvolta evitandole perchè resosi conto di essere pedinato, mentre si trovava al volante della sua Bmw X6, da un'auto civetta dei carabinieri. 

I SEQUESTRI
Nel corso dell'operazione i militari del Gico della Guardia di Finanza, che hanno collaborato con i colleghi dell'Arma, hanno sequestrato beni e disponibilità per circa 7 milioni di euro tra denaro, immobili (di cui uno anche a Tenerife), quote societarie e attività commerciali come ristoranti e locali grazie ai quali gli indagati avevano ripulito i guadagni. La droga arrivava via auto tramite corrieri dalla Slovenia, veniva depositata in un magazzino a Chioggia e successivamente divisa tra i piccoli spacciatori. 
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