Coroanvirus. Genitori separati, il giudice consente al padre di vedere il figlio in regioni diverse

Venerdì 8 Maggio 2020 di Paolo Calia
Genitori separati, il giudice consente al padre di vedere il figlio in regioni diverse
TREVISO Per consentire a un bambino di sei anni di vedere i propri genitori separati, il papà residente a Treviso e la mamma a Trento, si può infrangere il divieto di spostarsi tra una regione e l'altra. E non c'è decreto che tenga. A un paio di condizioni però: viaggiare con mezzi propri rispettando le misure anti contagio, quindi obbligo di mascherine e guanti, distanze e via discorrendo; muoversi solo nei giorni concordati e solo per raggiungere le rispettive abitazioni.

Lo ha stabilito il tribunale per i Minori di Trento accogliendo la richiesta fatta da due genitori alle prese con il rebus dei Decreti del Presidente del Consiglio dei Ministro che, pur aprendo piccoli spiragli di libertà, ancora vietano di spostarsi da una regione all'altra. Come fare quindi per garantire a un papà il diritto di vedere proprio e figlio e, soprattutto, garantire a un figlio il diritto di stare il più possibile con entrambi in genitori? Un dilemma che il giudice Giovanni Gallo e il presidente della Camera di Consiglio del Tribunale dei Minori Giuseppe Pietrapiana hanno risolto con una certa risolutezza.

IL NODO
I genitori del bimbo hanno deciso di chiedere al Tribunale dei Minori trentino la possibilità di concordare un calendario di visite per consentire al figlio di vedere papà e mamma almeno nei fine settimana. Il bimbo vive con la madre a Trento e il papà con casa a Treviso, in base ai divieti anti-contagio, non avrebbe potuto vederlo se non alla fine di questa crisi che sta mettendo in grosso difficoltà tutto il paese. Da marzo le visite a Trento si sono quindi interrotte: padre e figlio hanno potuto mantenere un rapporto a distanza solo grazie alle video-chiamata. Troppo poco per entrambi. Ma andare a trovare il proprio bambino residente in un'altra regione oltre a non rientrare nelle deroghe previste dai Dpcm - comprovate esigenze lavorative, gravi emergenze o motivi di salute - era reso impossibile anche dal divieto a spostarsi da una regione all'altra. Il padre si è così rivolto all'avvocato trevigiano Umberto Saracco che ha sottolineato tutti i dubbi interpretativi dei decreti in atto. E la soluzione è stata trovata.

DIRITTI
Il giudice del Tribunale dei Minori di Trento, in buona sostanza, ha ritenuto che il diritto dei genitori e del bimbo fosse superiore alle misure restrittive attuate per stroncare il Coronavirus. Prendendo come faro la Convezione dell'Onu per i Diritti del Fanciullo, il giudice ha ribadito che al minore deve essere garantito «il diritto alla bi-genitorialità consistente nella possibilità di mantenere un rapporto stabile ed equilibrato con entrambi i genitori». 

LA TUTELA
E di stabile ed equilibrato non ci può essere niente se si vive a centinaia di chilometri di distanza e senza la possibilità di spostarsi liberamente. Andando nello specifico, il giudice è ancora più chiaro: «Premesso che ogni misura limitativa al diritto di bi-genitorialità costituisce un'ingerenza al diritto familiare, si deve ritenere che ogni misura restrittiva può essere disposta solo sulle basi di comprovate esigenze, rispetto alle quali l'autorità giudiziaria deve esercitare un rigoroso controllo».

E fin qui si ragiona nel campo del diritto, poi il Tribunale dei Minori si addentra nei problemi che avrebbe potuto avere il piccolo: «L'interruzione protratta nel tempo del rapporto tra genitore e figlio può avere delle conseguenze irrimediabili nel rapporto stesso e, di conseguenza, sulla sana crescita del minore anche in riferimento al suo equilibrio psico-fisico».

IL CONTAGIO
Infine l'ultimo aspetto, forse il più controverso: quello legato al contrasto al contagio. Il giudice rileva che consentire a un papà di spostarsi dal Veneto al Trentino «non inciderebbe in modo significativo sulle esigenze di salute pubblica a condizione che il trasferimento avvenga adottando le necessarie cautele, effettuando con mezzi propri il tragitto per raggiungere le rispettive abitazioni e soltanto nelle date indicate dal calendario depositato». I due genitori si sono così messi d'accordo sulle date dei viaggi che vanno a coprire i fine settimana di maggio e di giugno. La decisione del Tribunale dei Minori è significativa perché apre una prima breccia nel muro normativo eretto per evitare che la gente passi da una regione all'altra liberamente. Ora arriva però la parte più delicata: la prova sul campo. Il dispositivo del giudice autorizza agli spostamenti, ma poi saranno le forze dell'ordine predisposte ai controlli lungo le strade a dover interpretarne correttamente il contenuto.
Ultimo aggiornamento: 13:53 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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