Coronavirus Treviso. Restera, transenne e cartelli Conte: stop alle passeggiate

Venerdì 13 Marzo 2020
Coronavirus Treviso. Restera, transenne e cartelli Conte: stop alle passeggiate
TREVISO Un cartello molto eloquente: State a casa. Limitate gli spostamenti alle sole, comprovate, esigenze di lavoro, assistenza e salute. Fatelo per i vostri cari, fatelo per la collettività. Il tutto sormontato dal simbolo del Comune. È questo l'avviso comparso ieri pomeriggio all'ingresso di due dei percorsi cittadini del cuore di tanti trevigiani: all'inizio della Restera all'altezza di ponte dea Gobba e agli accessi sulle Mura. Nonostante le restrizioni e gli inviti a non uscire, gli appassionati di corsa hanno continuato a prenderli d'assalto: i più coscienziosi rispettando distanze, evitando di correre in gruppetti ma limitandosi a esercizi solitari e nelle ore meno frequentate. Ma in tanti, forse troppi, hanno continuato con le corse di gruppo nella convinzione che all'aperto i pericoli di contagio siano ridotti. Purtroppo non è così. 

L'AVVISO
«È un messaggio forte ma necessario - ha voluto precisare il sindaco Mario Conte - ho disposto il posizionamento di transennature, l'accesso ai luoghi è comunque consentito, e di questi cartelli in Restera e sulle Mura. Luoghi particolarmente frequentati per l'attività fisica e le passeggiate, prese d'assalto negli ultimi giorni. Dobbiamo fare uno sforzo per i nostri cari e la collettività». Misura condivisa anche dal consigliere comunale Davide Acampora (Forza Italia): «Non andiamo a passeggiare in Restera - ribadisce - l'accesso ai luoghi è comunque consentito, ma fortemente sconsigliato. Dobbiamo fare uno sforzo per i nostri cari e la collettività». Il cartello, che sicuramente farà discutere, è solo una delle decisioni prese dal primo cittadino della convulsa giornata di ieri, passata tra telefonate, riunioni, appelli via social, sopralluoghi. 

DI GUARDIA
In mattinata il sindaco ha voluto perlustrare la città assieme alla Protezione Civile. Partito da Ca' Sugana a bordo di un fuoristrada, ha girato centro storico e quartieri. Non ha lanciato appelli via megafono, come invece ha fatto qualche suo collega della provincia, ma ha voluto toccare con mano quanto i trevigiani stiano osservando l'invito a rimanere a casa: «In linea di massima le direttive vengono rispettate - ammette - ma di gente in giro ce n'è ancora. A tutti quelli che ho incontrato, sia dentro le Mura che nei quartieri, ho ribadito la necessità di uscire solo per vere esigenze. Stare a casa è l'unica arma che abbiamo per difenderci. Non mi stancherò mai di ripeterlo: stiamo a casa. E ricordo che i controlli della polizia locale e delle forze dell'ordine aumenteranno col passare dei giorni». Il primo cittadino è ormai diventato assiduo sostenitore della linea dura e avrebbe voluto disposizioni governative ancora più severe: «Ci voleva più coraggio - dice - e dopo quattro provvedimenti in pochissimi giorni, era necessario un documento che lasciasse poco spazio alle interpretazioni. Purtroppo non è stato così». E quindi, per non perdere tempo, ritorna sul mantra di questi giorni: «Non speculate sulle interpretazioni, su quello che si può o non si può fare. Restate a casa. In questi giorni dobbiamo avere pazienza e sopportare. Usciamo solo per lavoro o se è strettamente necessario. Facciamolo per difendere la nostra comunità».
P. Cal. 
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci