Treviso. Dipendenti della Provincia: giro di vite sull’uso dei social network

Un decreto del presidente Marcon aggiorna il codice di comportamento

Martedì 30 Gennaio 2024 di Mauro Favaro
Treviso. Dipendenti della Provincia: giro di vite sull’uso dei social network

TREVISO - La Provincia stringe le maglie sull’uso dei social network da parte dei dipendenti. D’ora in poi sarà espressamente vietato ogni tipo di post, intervento o commento che possa nuocere non solo al Sant’Artemio, ma a tutta la pubblica amministrazione in generale. Chi trasgredisce rischia di finire al centro di un procedimento disciplinare. In altre parole: vietato parlare male della Provincia di Treviso.
 

LA NOVITÀ
I paletti sono appena stati fissati con un decreto del presidente Stefano Marcon che ha aggiunto al codice di comportamento dei dipendenti un nuovo articolo interamente dedicato ai social media e ai mezzi di informazione. Il personale della Provincia ovviamente può continuare a usare i propri account privati. Ma prestando attenzione: «Nell’utilizzo dei propri account di social media, il dipendente utilizza ogni cautela affinché le proprie opinioni o i propri giudizi su eventi, cose o persone, non siano in alcun modo attribuibili direttamente alla pubblica amministrazione di appartenenza – è messo nero su bianco – in ogni caso, il dipendente è tenuto ad astenersi da qualsiasi intervento o commento che possa nuocere al prestigio, al decoro o all’immagine della Provincia di Treviso o della pubblica amministrazione in generale». Quali sono le condotte che possono danneggiare il Sant’Artemio? Su questo fronte si potrà entrare nel merito definendo una social media policy, uno specifico regolamento interno, per codificare i comportamenti non permessi e graduarli, così come le possibili sanzioni collegate, in base al livello gerarchico e al livello di responsabilità dei vari dipendenti. L’aggiornamento del codice segue poi l’evolversi dei tempi. Nel bene o nel male, i social sono via via diventati uno dei principali canali di comunicazione. Per quanto riguarda i procedimenti in campo al Sant’Artemio, però, si specifica che non è consentito dare comunicazioni attraverso conversazioni pubbliche mediante l’uso di piattaforme digitali o social media. «Al fine di garantire i necessari profili di riservatezza», si chiarisce. Va da sé che la limitazione non tocca gli interventi sui social di carattere istituzionale. Infine, arriva uno stop ufficiale ai rapporti con i mezzi di informazione: i dipendenti non possono divulgare o diffondere documenti o informazioni per ragioni estranee al loro rapporto di lavoro con la Provincia.
 

L’ESEMPIO
Alla fine dell’anno scorso l’Usl aveva percorso una strada simile sui social.

Anzi, erano stati messi dei paletti aggiuntivi pensati soprattutto, anche se non solo, per provare ad arginare i no-vax sulla rete. Il giro di vite dell’azienda sanitaria è stato ancora più netto perché, oltre alle limitazioni per gli oltre 9mila dipendenti e per il personale in convenzione, tocca pure i commenti lasciati dai cittadini sotto ai post istituzionali: tolleranza zero davanti insulti, volgarità, offese e minacce. Interventi del genere vengono cancellati e i rispettivi autori espulsi dalle pagine. In base alla gravità, poi, possono scattare anche le denunce.

Ultimo aggiornamento: 17:22 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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