Non si presenta in udienza, il rapinatore è irreperibile. Il giudice: «Cercatelo fino al 2042»

Venerdì 15 Settembre 2023
Una toga

MOGLIANO - L'imputato non c'è, è irreperibile. E non si sa nemmeno se sia a conoscenza di essere sotto accusa. Motivo per cui, secondo la legge Cartabia, il giudice non può far altro che disporre il non luogo a procedere. Ma per la stessa riforma firmata dell'ex guardasigilli, è previsto che vengano disposte le ricerche, che ieri mattina, 14 settembre, il gup Cristian Vettoruzzo ha stabilito che debbano durare fino al 2042. È la curiosità (o il paradosso) emersa ieri mattina nel corso dell'udienza preliminare a carico di un 26enne di origine albanese, finito davanti al giudice per rispondere del reato di rapina, come scritto nel capo d'imputazione.

LA VICENDA
La vicenda risale al 22 gennaio dello scorso anno.

Il 26enne, in pieno centro a Mogliano Veneto, aveva avvicinato un anziano del posto e, dopo averlo distratto con la scusa di chiedere delle informazioni stradali, gli aveva strappato la catenina che portava al collo prima di darsi alla fuga. L'anziano, finito a terra dopo il colpo, aveva subito denunciato il fatto ai carabinieri che avevano dato il via alle indagini. Nel giro di qualche settimana, analizzando le telecamere di videosorveglianza, i militari erano riusciti a identificare il rapinatore, dandogli un nome e un volto e facendo scattare la denuncia. Da quel momento, però, del 26enne si sono perse le tracce. Nonostante i tentativi di rintracciarlo, si è reso irreperibile.

IL PROCESSO
La macchina della giustizia, nel frattempo, è andata avanti. E ieri mattina, appunto, si è tenuta l'udienza preliminare a carico del 26enne. Il quale, però, non è a conoscenza di essere stao formalmente accusato. O lameno non c'è la prova che lo sia. Motivo per cui, grazie alla legge Cartabia che prevede di non poter processare gli irreperibili, per il 26enne è stato disposto il non luogo a procedere. Il gup Vettoruzzo, però, sempre in base alla legge Cartabia, ha disposto ulteriori ricerche dell'uomo, dando come termine ultimo il 2042. Ciò significa che per i prossimi 18 anni il nome e cognome del 26enne rimarrà dei database delle forze dell'ordine e, se dovesse essere rintracciato, il processo potrà ripartire dopo avergli notificato l'atto di accusa che gli è stato mosso contro dalla Procura di Treviso.
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci