Dopo 13 anni la prima udienza del processo per i permessi facili agli stranieri: alla sbarra 12 imputati

Nei guai anche l'avvocata Stefania Filippi: si procede per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina

Venerdì 10 Marzo 2023 di Giuliano Pavan
L'INCHIESTA Falsi stage per ottenere permessi di soggiorno

TREVISO - Falsi stage per ottenere il permesso di soggiorno. A distanza di 13 anni dallo scoppio dell’inchiesta, il processo a carico di dodici imputati (tra cui l’avvocata trevigiana Stefania Filippi) è finalmente iniziato ieri mattina con l’audizione dei primi testimoni del pubblico ministero. Ma il destino del procedimento penale sembra già scritto: la prescrizione scatta fra 4 anni, e si è arrivati soltanto alla prima udienza del primo grado di giudizio.

In altre parole, tutto pare destinato a finire in un nulla di fatto.

GLI IMPUTATI

La Procura di Treviso procede per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e violazione della legge allora in vigore che regolava gli accessi nel nostro paese. Alla sbarra, oltre all’avvocata Filippi, ci sono il 58enne Franco Biscaro, di San Donà di Piave, il 54enne marocchino Hamadi Abdourabbhi, il 79enne Domenico D’Agostino, di Frosinone, il 57enne veneziano Stefano Costantini, il 62enne napoletano Antonio Basile, il 45enne marocchino Driss Rebroub, la 48enne moldava Ala Parfeni, il 43enne kosovaro Ekrem Gasi, il 50enne ghanese Frederick Frimong e il connazionale, sempre 50enne, Issah Ibrahim. Dal processo è invece uscita la 59enne Patrizia Loiola, presidente della cooperativa Forcoop di San Donà di Piave, risultata estranea ai fatti, tanto che è stata assolta con formula piena nel corso dell’abbreviato svoltosi il 26 aprile del 2020 di fronte al gup Marco Biagetti. La Loiola si è costituita come parte civile.

L’INCHIESTA

L’inchiesta era esplosa nel maggio del 2010 quando gli agenti della questura di Treviso avevano perquisito lo studio dell’avvocata Filippi in Largo Altinia, alla presenza di un delegato dell’Ordine degli Avvocati, portando alla luce svariati passaporti di cittadini stranieri. Il materiale era stato sequestrato. Secondo l’accusa l’avvocata Filippi avrebbe fatto parte di un gruppo che prometteva agli stranieri corsi di formazione e assunzioni in aziende della zona in cambio di somme tra i 5 e i 10mila euro, portandoli in Italia con permessi di soggiorno temporanei. Era stato il titolare di un call center del capoluogo, un cittadino kosovaro, a presentare per primo una denuncia in cui sosteneva di aver aderito a un progetto formativo promosso dalla cooperativa veneziana. Ma i corsi erano solo una facciata: in realtà non si tenevano. E il proprietario del call center chiese così alla Forcoop 45mila euro per inadempimento contrattuale. Organizzatore della presunta truffa sarebbe stato Franco Biscaro, ex imprenditore del settore dell’edilizia, ritenuto il faccendiere incaricato dei contatti con le aziende, tutte però completamente all’oscuro della presunta macchinazione. La Filippi si sarebbe invece occupata della conversione del permesso di soggiorno dei vari immigrati, che in realtà erano persone già presenti nel territorio nazionale ma da illegali, da “studio e tirocinio” in “lavoro subordinato”.

Ultimo aggiornamento: 07:49 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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