Falsi contratti di lavoro per i permessi di soggiorno: 27 indagati, nei guai avvocati e imprenditore

Sabato 22 Maggio 2021 di Marco Aldighieri
Le indagini sono state condotte dagli uomini della Squadra mobile

PADOVA - Le indagini sui falsi contratti di lavoro per agevolare decine di cittadini cinesi nell’ottenere un regolare permesso di soggiorno, si stanno avviando alla chiusura. In 27 sono finiti nei guai ma, secondo l’accusa, chi ha messo in piedi l’associazione per delinquere sono solo cinque persone. Si tratta, oltre all' "abogado" (iscritto all’ordine di Vicenza) Giorgio Ronzani, anche dell’avvocato Silvia Rotundo, dell’imprenditore Marco Guadagno e delle due cittadine asiatiche Chen Xiao detta “Aurora” e Lije Wang conosciuta come “Liz”. Gli altri 22 indagati sono cinesi e nordafricani, arrivati ad avere un permesso di soggiorno emesso dall’Ufficio immigrazione delle questure di Padova, Venezia e Treviso presentando dei falsi contratti di lavoro tra gli anni 2019 e 2020.

IL MECCANISMO
Secondo l’accusa, rappresentata dal pubblico ministero Sergio Dini titolare delle indagini, le due donne asiatiche, perfettamente inserite nelle comunità cinesi di Padova e di Treviso, reclutavano gli stranieri bisognosi del permesso di soggiorno e li mettevano in contatto con Ronzani. L’abogado, sempre per l’accusa, con l’aiuto del legale Rotundo faceva avere ad asiatici e anche a qualche nordafricano lettere di assunzioni e cedolini di stipendio attraverso l’uomo d’affari Marco Guadagno. Il 45enne risultava infatti titolare della ditta “Geom.Costruzioni” e di una azienda agricola di Limena in via Boccia. Attività economiche per gli inquirenti inesistenti e utilizzate solo per sfornare falsi contratti di lavoro agli stranieri. Ma c’è di più perchè durante le indagini coordinate dagli uomini della Squadra mobile, sono stati portati alla luce due finti matrimoni sempre con l’obiettivo di fare ottenere il permesso di soggiorno a due donne cinesi. È convolato a nozze con una asiatica pure l’imprenditore Guadagno.

E poi gli stranieri, anche in questo caso in almeno un paio di occasioni, venivano “assunti” come badanti.

LE INDAGINI
A fare scoppiare lo scandalo sarebbe stato lo stesso uomo d’affari Guadagno residente in città e difeso dal legale Francesco Lava. È lui che il 21 gennaio dell’anno scorso ha scritto all’ordine degli avvocati di Vicenza per denunciare la presunta attività illegale messa in piedi dall’abogado (il titolo si ottiene attraverso l’iscrizione ad un collegio degli avvocati spagnolo) Giorgio Ronzani. L’imprenditore avrebbe agito perchè il suo matrimonio con una donna cinese non è andato a buon fine e si è sentito raggirato: l’asiatica appena è convolata a nozze è sparita senza mai consumare il rapporto coniugale. Così l’ordine degli avvocati di Vicenza ha segnalato l’esposto alla Procura di Padova, e sono scattate le indagini nell’estate dell’anno scorso. Alla fine di febbraio gli uomini della Mobile hanno dato vita a una serie di perquisizioni negli uffici dei cinque accusati di associazione per delinquere. Nello studio di Ronzani, in pieno centro storico, i poliziotti hanno sequestrato una serie di documenti relativi alle indagini. Gli investigatori hanno anche passato al setaccio i computer. Ronzani, fin da subito, si è dichiarato innocente. «Io mi sento molto tranquillo - aveva detto - e se guardano le carte meglio ancora così capiscono che non ho fatto nulla di illegale». 

Ultimo aggiornamento: 23 Maggio, 08:26 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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