Vittorio Veneto, Ascom contro Selvaggia Luccarelli e lo scontrino della discordia: «Che trovi un modo più elegante di farsi pubblicità»

Mercoledì 3 Agosto 2022 di Claudia Borsoi
Selvaggia Luccarelli e la polemica sullo scontrino del gelato, interviene Ascom di Vittorio Veneto in difesa del galataio
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VITTORIO VENETO - «Non facciamone un caso nazionale, quando ci sono cose ben più importanti». Sbotta il presidente di Ascom Vittorio Veneto Michele Paludetti sulla vicenda dello scontrino del gelato maggiorato del 3% quando il pagamento è avvenuto con metodo elettronico. «Per caso Selvaggia Lucarelli (che con un video su Facebook ha sollevato la vicenda ndr) si è mossa quando i pubblici esercenti hanno dovuto fare i conti con l'aumento di luce e gas? Se vuole farsi pubblicità, trovi un modo più elegante e non a spese dei piccoli imprenditori».


LE REAZIONI
All'indomani del video pubblicato dalla nota opinionista e giornalista, il popolo vittoriese si schiera, quasi compatto, a fianco del titolare della gelateria Flaminio. Sotto alla lente erano finiti due scontrini emessi domenica. Stessa ordinazione, ma nessuna maggiorazione quando il pagamento è avvenuto in contanti. Il gelataio ha precisato: «Il cartello posto davanti alla cassa parla chiaro: "Dal primo luglio verrà applicato un aumento del 3% su tutti i prodotti a listino. E io sono libero di fare uno sconto a chi voglio"», spiegando così perché la maggiorazione nell'altro scontrino non ci fosse. «A monte - interviene Antonella Secchi direttrice di Ascom Vittorio Veneto - abbiamo una disposizione di legge (quella che ha introdotto l'obbligo del pos in tutti i negozi ndr) che purtroppo è priva di buonsenso e discriminatoria.

Se si mette il pagamento mediante pos, allora le commissioni in capo all'esercente dovrebbero essere abolite. Da parte mia massima solidarietà al gelataio: nei paesi evoluti le micro imprese non pagano le commissioni e la pressione fiscale non pesa, come in Italia, per quasi il 50%».


LA PROTESTA
«L'obbligo di accettare pagamenti con il bancomat è una cosa vergognosa - scandisce il presidente Paludetti -. Ogni imprenditore deve poter scegliere come poter far funzionare al meglio la propria azienda. Se si tratta di un obbligo, allora sia gratuito, perché ci impongono di avere una cosa che ci costa parecchio, in media si spende circa 3mila euro all'anno tra commissioni e noleggio. Mi fa ridere che venga fatta una lotta all'evasione fiscale con il pos, quando lo scorso anno siamo stati obbligati a dotarci di un registratore di cassa collegato con il ministero. Per battere l'evasione fiscale che c'è, vogliono trovare una pagliuzza quando la trave esce per altri lidi. E poi, creare un caso nazionale, un putiferio e mettere in croce uno: ma dove viviamo?».

 

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