Omicidio Ceschin, torna in libertà Dileysi Guzman: «Non c'è pericolo di fuga»

Sabato 12 Agosto 2023 di Maria Elena Pattaro
Dileysy Lorenzo Guzman è tornata in libertà: è considerata la mandante dell'omicidio di Margherita Ceschin assieme al suo compagno Enzo Lorenzon

CONEGLIANO - È tornata in libertà e senza nessuna misura cautelare Dileysi Lorenzo Guzman, la compagna di Enzo Lorenzon, considerato il mandante dell’omicidio dell’ex moglie Margherita Ceschin. Così hanno deciso i giudici del tribunale del Riesame, annullando le due ordinanze custodiali emesse dal gip Marco Biagetti il 24 e 25 luglio scorso per pericolo di fuga e di inquinamento delle prove. E impugnate dall’avvocato Giuseppe Pio Romano, il legale della 32enne dominicana.

Per conoscere le motivazioni della scarcerazione a piede libero si dovrà attendere il deposito, attese entro 45 giorni. 


IL COMMENTO

«Sono soddisfatto dell’esito del Riesame - commenta il legale della donna - perché a mio avviso la lettura che è stata data alle carte processuali si avvicina al ragionamento che ho esposto in aula. Avevo evidenziato alcune contraddizioni nel castello accusatorio». Un esempio? «Il pericolo di fuga, l‘intercettazione in cui l’indagata andava in agenzia di viaggi per andare a Santo Domingo e poi non aveva i soldi, è un esempio in cui c’è una discrasia su come i fatti sono stati interpretati i fatti». Secondo il legale inoltre non c’è un riferimento ben preciso al ruolo che la giovane dominicana avrebbe avuto nel delitto né al movente che l’avrebbe spinta a prendere parte all’omicidio su commissione della 72enne Margherita Ceschin. «Una cosa è essere a conoscenza di eventuali piani, un’altra è prendere parte attiva a un eventuale delitto - precisa Romano -. Non credo che la mia assistita abbia avuto un ruolo nemmeno come intermediaria, nel mettere in contatto Lorenzon con i suoi connazionali che avrebbero eseguito materialmente il delitto». Ieri pomeriggio Dileysi ha lasciato il carcere della Giudecca di Venezia e ha potuto finalmente riabbracciare il figlio di 11 anni, ospitato da una parente. Una decisione contro cui il pm Michele Permunian, subentrato alla collega Anna Andreatta (che a settembre sarà trasferita a Venezia) farà ricorso in Cassazione. Secondo l’accusa la donna non solo sarebbe stata a conoscenza del disegno omicida del compagno ma ne avrebbe favorito l’attuazione, come emergerebbe dalle intercettazioni ambientali e telefoniche. Restano invece in carcere a Santa Bona gli altri tre indagati: Enzo Lorenzon, 79 anni, ex imprenditore agricolo di Ponte di Piave e i dominicani Juan Maria Guzman, 41 anni, e Sergio Antonio Luciano Lorenzo, 38, tutti assistiti dall’avvocato Fabio Crea e considerati rispettivamente mandante, mediatore e uno degli esecutori materiali del delitto. Per loro il Riesame ha confermato la custodia in carcere (annullando la prima ordinanza ma non la seconda). «L’odierna decisione del Riesame - commenta Crea - è un passo importante, che demolisce un primo tassello del costrutto accusatorio». 

LE ACCUSE

Secondo la Procura Lorenzon, con la complicità della compagna, avrebbe assoldato dei sicari (due dei quali tuttora fuggitivi) per uccidere l’ex moglie, soffocata la sera del 23 giugno nel suo appartamento di via XVII Aprile a Conegliano. Il movente? Soldi e rancore per una separazione burrascosa che prevedeva un assegno di mantenimento da 10mila euro al mese. 

Ultimo aggiornamento: 15:31 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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