Addio all'imprenditore Dalto, il visionario che portò il rattan nel mondo del lusso

Domenica 19 Dicembre 2021 di Manuela Collodet
Giulio Dalto

SERNAGLIA DELLA BATTAGLIA - Eclettico, visionario, all’avanguardia.

L’imprenditore Giulio Dalto, 83enne di Sernaglia della Battaglia, è morto ieri, venerdì 17 dicembre, in tarda serata all’ospedale di Conegliano per l’aggravarsi di una sintomatologia clinica che lo accompagnava da alcune settimane. Una morte improvvisa che ha colpito due comunità: quella sernagliese nella quale viveva con la moglie Bruna e quella di Moriago, paese d’adozione nel quale aveva creato l’orgoglio di una vita, la Rattan Wood, azienda che ha tracciato un solco indelebile nel settore del mobile di alta gamma e portato il suo nome in tutto il mondo.


L’ASCESA
Inguaribile ottimista con lo sguardo fisso negli orizzonti più vasti e il cuore incastonato in un piccolo laboratorio di provincia Dalto fin da piccolo ha il destino tracciato. Il padre Emilio, maestro di quell’antica scuola di paglierai che intrecciava il vimini del Piave, lo cresce a coraggio e lavoro: giorni e giorni a creare cesti e sedie, e ancora cesti e ancora sedie. Altro non poteva fare se non osare oltre quello che già conosceva. Lascia il nido, apre la sua prima piccola bottega artigiana: lui, la moglie e due operai. Al vimini affianca il giunco e poi il rattan. Il lavoro va alla grande: i mobili che Giulio disegna conquistano il mercato. Il segreto? Linee essenziali per un design di lusso. E lui sfonda le porte dell’impossibile: portare il rattan nell’olimpo dell’arredo. Quello che prima era considerato una linea giardino, diventa arredo casa. E che case: da Robbin Willims a Claire Floriani e Ellen Pompeo, la Meredith di Grey’s Anatomy, da Gullit a Van Basten i vip si innamorano dello style Rattan Wood. E in pieni anni Ottanta il mondo diventa il suo mercato: ridisegna l’immagine dell’ambasciata di Mosca, dei villaggi Alpitour in Africa, di centinaia di alberghi tra New York e Jesolo, dove non c’è hotel che non si accaparri almeno una camera. Camion e camion di mobili in rattan partono dal quell’avamposto di provincia, che mai arriverà a superare i 60 dipendenti,: direzione ogni dove. Dalla Russia al mercato asiatico. E lui Giulio, sempre guardava e sorrideva. Enigmatico e imprevedibile pronto alla prossima svolta. «Il vero lavoro non sta nell’affannarsi, ma nel saper guardare il mondo. Solo se sai vedere ciò che guardi, sai dove devi andare». Seduto nel divano, in quello show room che era la sua casa, osservava il mondo scorrere, consapevole che era tra i pochi che ne conoscevano la direzione. Una vita, la sua, fatta di mille vite, di mille intrecci come quel rattan impresso nel Dna. 


IL DOLORE
Giulio se n’è andato lasciando smarriti la moglie Bruna e i figli Ranieri, Annamaria, Giuliana, Michela e Denis. Il funerale avrà luogo martedì alle 14.30 nella parrocchiale di Moriago, dove lunedì alle 19 si reciterà il rosario. Giulio sarà sepolto nella cappella di famiglia a Falzè di Piave vicino alla mamma Santina e al padre Emilio. E così anche l’ultimo intreccio sarà compiuto. 
 

Ultimo aggiornamento: 20 Dicembre, 13:55 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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