Vietato bere e usare l'acqua in un intero quartiere di Mogliano: scarti industriali interrati inquinano le falde

Sabato 11 Settembre 2021 di Silvia Moscati
Vietato bere e usare l'acqua in un intero quartiere di Mogliano: scarti industriali interrati inquinano le falde

MOGLIANO - Vietata l'estrazione d'acqua da falde sotterrane nell'area inquinata di via Rosmini, nel quartiere Centro Nord di Mogliano. Il sindaco Davide Bortolato ha emesso un'ordinanza a effetto immediato a seguito dei risultati delle analisi condotte su alcuni pozzi spia. «È un'eredità pesante che ci arriva dal passato ha dichiarato ieri il primo cittadino - probabilmente si tratta di scarti industriali inquinanti prodotti da qualche industria ignota che criminali ambientali hanno pensato di interrare in via Rosmini ancora prima che venisse costruito il quartiere negli anni 50.

Stiamo lavorando per circoscrivere il problema e per mettere in campo tutte le azioni necessarie per risolverlo. L'ordinanza ha uno scopo cautelativo. Ci siamo già attivati presso tutti gli Enti competenti per avviare tutte le misure necessarie alla bonifica il più rapidamente possibile».


LA VICENDA

Lo spiacevole fatto era emerso nell'estate del 2019 quando, a seguito della demolizione di una casa privata in via Rosmini, si erano sprigionati forti odori provenienti dal terreno sottostante il fabbricato demolito, un'abitazione singola degli anni 50. Il Comune si era attivato subito, con la collaborazione di Arpav, Provincia di Treviso, Regione Veneto e Ulss 2 Marca Trevigiana, affinché si potesse chiarire la tipologia e l'entità del fenomeno inquinante e tempestivamente erano stati bloccati i lavori in corso e messa in sicurezza l'area mediante appositi teloni impermeabili posti sul terreno per contrastare la potenziale minaccia e per garantire la salute pubblica e ambientale. Purtroppo non è stato possibile risalire a chi ha causato l'inquinamento.


LE ANALISI

Il Comune ha poi attivato un percorso di analisi per conoscere qualità e quantità d'inquinamento tramite indagini preliminari sulle matrici ambientali dell'area. Due le tipologie: un sondaggio geognostico per prelevare campioni di terreno e dell'acqua di falda freatica. Per le indagini condotte nelle aree pubbliche circostanti il sito inquinato il Comune ha beneficiato di un contributo regionale di 124mila euro su un totale speso di 155mila euro. Le indagini hanno confermato la presenza di inquinanti come alifatici clorurati e idrocarburi in quantità superiore al limiti di legge rendendo necessaria l'ordinanza di divieto. È in programma anche una nuova serie di indagini ambientali con il fine di ottenere un quadro completo della situazione. Per fortuna l'inquinamento riguarda solamente le acque di prima falda ovvero con una profondità non superiore ai 10 metri; le falde più profonde, importanti per le acque alimentari, non sono intaccate.

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