Merceria Monaco, bottoni da 90 anni: «Pezzi introvabili, la nostra forza»

Lunedì 6 Giugno 2022 di ef
Merceria Monaco

TREVISO - Madreperla, vetro, Swaroski. Guardare nelle almeno 1200 scatole è come perdersi in un mondo di luci, bellezza, dettagli preziosi. Perchè i bottoni sono ancora piccoli gioielli, dettagli scelti e amati per rendere uniche giacche, borse, accessori. Rossella Monaco, che con la figlia Viviana gestisce la merceria e bottoneria omonima, lo sa bene quando per ore consiglia le clienti, cerca pezzi introvabili e dà fondo alla sua personale collezione di pezzi pregiati e oggi introvabili. «Ma i peggiori sono gli uomini» sorride «ormai gareggiano in eleganza con il gentil sesso e sui bottoni sono molto esigenti».

Novant'anni di onorata attività nel cuore di Treviso per uno dei negozi storici della città. In cui entrare significa fare un passo a ritroso, in una Treviso fatta di stili e ricorrenze, di beni scelti, amati e durevoli nel tempo. La storia dei Monaco è abbastanza insolita. Il padre Ferruccio avrebbe dovuto ereditare una macelleria.

«Ma era un esteta, un personaggio amico di scrittori e di poeti, un animo sensibile- spiega la figlia- l'idea della macellazione gli faceva orrore. Così ottenne la possibilità di convertire il desiderio di suo padre in una merceria». L'estro artistico di Ferruccio dà subito il tono alla merceria, che affaccia proprio sulla galleria Romana e sulla Fontana delle tette. «In quegli anni non esisteva l'abbigliamento industriale e le confezioni. Le famiglie venivano a comprare bottoni e fettuccine per farsi fare gli abiti dalla sarta o confezionarli da sè». In negozio dietro il bancone c'erano nove persone. «C'è sempre l'amante del bottone, chi li cambia chi li perde e chi vuole valorizzare un capo». Insieme ai bottoni calzetteria, intimo, pigiami, foulard per bilanciare l'offerta merceologica. Tra i clienti le grandi famiglie di imprenditori e moltissimi giovani che adorano gli interni fedeli a se stessi con le pareti infinite di bottoni. «I giovani amano personalizzare i capi ed essere più originali ed estrosi» riprende Rossella. La clientela non è solo trevigiana. in molti arrivano dall'estero. «Ho una fedele cliente di Melbourne che ogni anno viene a scegliere bottoni con cui realizza bracciali, collane e specchi. E' un'artista che reinterpreta il bottone come oggetto gioiello. Propone cose molto originali«. Il muro valorizza i bottoni di pregio, quelli fatti a mano. E racconta in qualche modo gli ultimi novant'anni di storia con una certezza per il futuro: distinguersi significa creare le condizioni per continuare a lavorare. 

Ultimo aggiornamento: 16:43 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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