Le 43 botteghe storiche: «Esempi contro la crisi». Ecco i negozi più longevi

Lunedì 6 Giugno 2022 di Mattia Zanardo
Bottega storica

TREVISO - «Il segreto della longevità commerciale? La fortuna».

Renato Salvadori risponde con un sorriso, ma al tempo stesso con convinzione. Di realtà storiche del terziario se ne intende. In primis perché l'attività di famiglia, la Salvadori Agricoltura, specializzata in prodotti e servizi per il settore primario, il giardinaggio, gli animali domestici, il prossimo anno festeggerà i sette decenni dalla fondazione, nel 1953. Ma anche perché in un ventennio di presidenza della Confcommercio trevigiana, dai primi anni 90 fino al 2019, in due tranche, ha conosciuto da vicino numerosi negozi di lungo corso e, soprattutto, ha vissuto in prima linea l'evoluzione del settore. «Mai come nell'ultimo periodo - spiega - sono cambiati così rapidamente gli usi, le abitudini, i bisogni dei consumatori, per cui alcune attività commerciali, pur essendo storiche, sono comunque legate alla moda del momento o al bisogno impellente del consumatore, e, al di là della professionalità, rischiano di andare in grande difficoltà».

L'ANALISI
Certo lo stesso Salvadori riconosci come non basti affidarsi alla buona sorte: «Un'azienda come la nostra - conferma - molto semplicemente si rivolge ad un settore anti-ciclico come quello dell'agricoltura, con bisogni più o meno stabili nel tempo. Il che non significa che anche noi non passiamo le giornate ad interrogarci sul futuro e a pensare al modo migliore per reinventarci. Quindi l'altro segreto è la fantasia, la capacità di interpretare i sogni e soprattutto di non farsi abbattere dalla quotidianità». Le botteghe storiche - 43 quelle con più di 40 anni premiate dall'Ascom - mantengono tuttavia un loro valore nel tessuto commerciale locale. Federico Capraro, attuale numero uno dell'Ascom Confcommercio di Treviso, il principale dei mandamenti dell'associazione nella Marca, individua almeno tre buoni motivi per considerarle un orgoglio cittadino. «Primo, sono un'attrattiva perché rappresentano un'eccellenza esclusiva della città o del quartiere nel quale si trovano e dunque un richiamo. Secondo, l'identità: in centri storici sempre più omologati, in cui si allineano ovunque le vetrine degli stessi grandi marchi, tanto che potresti trovarti una città come in un'altra, queste botteghe invece fanno identità territoriale, caratterizzano la città e danno la possibilità di creare ad un vero e proprio itinerario di eccellenza grazie al quale scoprire la città stessa».

L'ESEMPIO
Infine Capraro sottolinea un terzo elemento: «Sono di esempio: chi ha un'attività, si accorge che nella tradizione si può innovare e rimanere sul mercato. Per chi magari conduce un negozio da vent'anni vederne uno con 70 anni alle spalle, è uno stimolo, dà la consapevolezza che ce la si può fare. Dimostra come ci sia la possibilità di un passaggio di gestione, verso un familiare o anche un esterno che acquisisce e continua l'attività con gli stessi principi, la stessa logica di servizio, studio di prodotto, visione a lungo termine. La chiave è trovare giorno dopo giorno l'equilibrio tra la propria passione e il riconoscimento da parte dei clienti. Poi magari giri l'angolo e ti accorgi che sei lì da mezzo secolo». Salvadori non nasconde un po' di scetticismo sull'effettiva percezione di tale valore da parte del consumatore. Alla luce dei cambiamenti del comparto, sulla spinta di quella che definisce la «sbornia dei social e del commercio on line», con «esigenze sempre più mutevoli e fini a se stesse e che per questo sembrano avere poco bisogno di una storicità, una memoria«. Ma anche sulla scia di una trasformazione dei centri urbani in cui questi esercizi sono tipicamente inseriti. E allora, chi oggi apre un negozio può ancora sperare di restare sul mercato sessanta o cento anni? «Deve essere in possesso di un buon piano dei conti, di un'idea imprenditoriale molto concreta e di una flessibilità per adeguarsi via via. Se mantiene queste caratteristiche, perché no, anche di più di cento anni. Però è uno sforzo continuo, un impegno costante e, tutto sommato, torniamo alla prima considerazione: serve tanta, tanta fortuna».

 

Ultimo aggiornamento: 16:43 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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