Marchiol di Villorba liquida il contratto integrativo, lavoratori sul piede di guerra: «Penalizzati i redditi di 200 famiglie»

Giovedì 2 Febbraio 2023 di Redazione web
Marchiol di Villorba liquida il contratto integrativo, stato d'agitazione lavoratori

VILLORBA (TREVISO) - Marchiol liquida il contratto integrativo, lavoratori sul piede di guerra.

I sindacati, aperti al confronto, sono pronti a imboccare la strada della protesta: aperto lo stato di agitazione con il blocco di flessibilità e straordinari: «Per gli investimenti fatti impensabile penalizzare lavoro e redditi di circa 200 famiglie».  

Il nodo

Ad inizio anno la decisione ed ora per i circa 200 dipendenti dello stabilimento di Villorba della Marchiol Spa è giunta in questi giorni la disdetta del contratto integrativo aziendale in vigore dal 2001. Così, oltre a una premialità annua mediamente di oltre 2mila euro, si mette a rischio il diritto a permessi aggiuntivi per visite mediche, le regolamentazioni in materia di apprendistato e sulla gestione di straordinari e part time. A darne notizia i Sindacati di categoria, Filcams Cgil CGIL e Fisascat Cisl trevigiane con Wilma Campaner e la segretaria generale Patrizia Manca. «Abbiamo diffidato l’azienda a portare avanti questa insensata e dequalificante scelta presa unilateralmente - affermano Wilma Campaner e Patrizia Manca - ora successivamente all’assemblea dei lavoratori abbiamo valutato e deciso di aprire lo stato di agitazione con conseguente blocco della flessibilità e degli straordinari. Questa rappresenta solo la prima delle azioni di protesta che intendiamo mettere in campo se l’azienda non tornerà sui propri passi. È inaccettabile metter in discussione una contrattazione integrativa consolidata, valida da vent’anni e che ha dato solo benefici. I lavoratori hanno i nervi a fior di pelle perché si è messo mano ai loro diritti e al loro portafogli e a quello delle loro famiglie - e aggiungono riferendosi al mega polo logistico targato Marchiol recentemente sorto lungo la Treviso Mare - Non è ammissibile condurre investimenti significativi sulla loro pelle. Il nuovo assetto logistico dell’azienda, e più in generale di un territorio dove si fanno un certo tipo di investimenti in infrastrutture, non può andare a discapito della qualità del lavoro e di un’equa quanto dovuta redistribuzione della ricchezza prodotta dallo stesso. Così si dequalifica il lavoro e di pari passo l’immagine stessa delle nostre realtà produttive»

Ultimo aggiornamento: 3 Febbraio, 09:38 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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