Case rifugio per donne maltrattate: «Sempre più richieste d'aiuto, i soldi non bastano»

L'assessore Tessarolo: "Stiamo cercando altri fondi, in caso di necessità utilizzeremo gli alberghi"

Lunedì 13 Maggio 2024 di Mauro Favaro
GLORIA TESSAROLO L’assessore comunale alle politiche sociali

TREVISO - Pioggia di richieste per accedere al servizio di pronta accoglienza per donne maltrattate. E ora i finanziamenti non bastano per garantire l’attività fino alla fine dell’anno. Le donne costrette a ricorrere al servizio di Treviso, assieme ai loro figli, sono aumentate di quasi il 140% negli ultimi 5 anni. Nel 2018 ne erano state accolte 16 (sette senza figli), con 13 bambini, per allontanarle subito dalla casa dove erano vittime di violenza, nella maggior parte dei casi da parte del marito o del compagno. Mentre l’anno scorso si è saliti a 35 (14 senza figli), con 35 bambini. Tanto che è stato necessario rispondere a 17 richieste attivando anche la rete esterna, perché il servizio trevigiano era al tutto esaurito. Tra gennaio e marzo del 2024, infine, si è già arrivati a 11 donne, con 9 bambini. «Per fortuna o purtroppo le richieste sono aumentate davvero di molto. E alla luce di questo oggi il finanziamento non basta per sostenere il servizio fino alla fine dell’anno – avverte Gloria Tessarolo, assessore al sociale – ma stiamo già cercando altri fondi.

E li troveremo. Intanto queste cifre ci confermano il buon lavoro svolto per far emergere le situazioni di violenza. Oggi vale la pena investire nella pronta accoglienza. In caso di necessità gli alberghi sono sempre meglio di niente. Ma la pronta accoglienza garantisce la presenza di una equipe che prende subito in carico le donne e dà risposte anche ai bambini. Non solo è necessaria, ma va strutturata ancora meglio».

La rete

Va sottolineato che nessuna donna resta fuori. Al massimo la risposta arriva collaborando con la rete delle altre case rifugio. La pronta accoglienza è il primo, fondamentale passo. Con la reperibilità 24 ore su 24, il servizio ascolto, i colloqui e il collegamento con le forze dell’ordine, garantisce protezione immediata in una struttura ad hoc. Può essere attivata dalle stesse forze dell’ordine, dai pronto soccorso, dai centri anti-violenza e dai servizi sociali comunali. Dopo il primo approdo in un contesto protetto, che può durare una decina di giorni, si definisce l’eventuale inserimento in una struttura in modo stabile. «A Treviso il tavolo istituzionale per la prevenzione della violenza sta dando risultati importanti – sottolinea Tessarolo – abbiamo una casa rifugio a indirizzo segreto, una pronta accoglienza, che ci risulta essere l’unica strutturata in tutto il Veneto, e anche lo sportello per autori di violenza, reso possibile grazie all’esperienza di Una casa per l’uomo». «Oltre alla necessità di investire sulla pronta accoglienza, ci sono grosse difficoltà nell’accompagnare le donne dopo le misure emergenziali. Stiamo provando esperienze di housing, che però non bastano per donne a reddito zero che devono ricostruirsi una vita fuori dalla loro casa coniugale – continua l’assessore – anche il reddito di libertà non è finanziato a sufficienza. A livello generale, poi, bisognerebbe iniziare a pensare a una revisione sul piano giuridico per allontanare da casa l’uomo maltrattante e non la donna con minori. Anche con la formazione della polizia locale, riusciamo a far emergere situazioni al limite. Ma tante volte le risposte arrivano in ritardo. E questo può essere la discriminante tra la vita e la morte». In tutto ciò, la sensibilizzazione sulla violenza di genere resta fondamentale.

La campagna

Ed è il primo merito di convegni come “Cosa vuoi che sia…”, organizzato ieri dalla Fials al Ca’ Foncello. «Abbiamo voluto fortemente questo evento. Il primo del genere in questa Usl – tira le fila il segretario Gianluca Martin – sono intervenuti relatori con esperienze specifiche. E questo ha permesso di affrontare una serie di tematiche relative alle strategie, alla prevenzione e al supporto. E’ stata la prima tappa di un cammino che vi vedrà dare il nostro supporto per contrastare questa grave piaga».

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