Treviso. Baby gang, il ministro della Giustizia Carlo Nordio: «Giusta la nuova linea dura»

Nordio si trovava a Treviso per la commemorazione della chiusura del campo di concentramento di Monigo

Sabato 9 Settembre 2023 di Mattia Zanardo
Carlo Nordio a Monigo

TREVISO - «Questo progetto è stato voluto dalla presidente del Consiglio dopo il viaggio in quelle aree, ma l'ho fortemente voluto anch'io da trevigiano, perché anche qui a Treviso, come in altre zone d'Italia, purtroppo assistiamo a un'invasione di baby gang dall'aggressività crescente». Il ministro della Giustizia Carlo Nordio ribadisce come le nuove misure urgenti varate dal governo per contrastare il disagio giovanile si estendano oltre Caivano e le zone limitrofe, da cui il decreto ha preso il nome. Lo stesso capoluogo della Marca non è purtroppo esente dal fenomeno, seppure con esiti naturalmente non altrettanti gravi, con gruppi di giovani e giovanissimi che, ricorda lo stesso esponente dell'esecutivo, «all'inizio si limitavano a liti tra loro, che già era una brutta cosa, poi hanno aggredito i passanti, di recente hanno aggredito anche le forze dell'ordine.

Era dunque assolutamente necessario intervenire con misure preventive, ma anche con misure repressive».

Il Decreto Caivano

Nordio, che ieri proprio nella sua città ha partecipato alla commemorazione dell'80° anniversario della chiusura del campo di concentramento di Monigo, riassume le caratteristiche chiave della normativa: la possibilità di ammonire i minori fino a 14 anni che si rendano protagonisti di comportamenti violenti e di punire quelli tra 14 e 18 anni, ma anche «la responsabilizzazione dei genitori, in vari modi, compresa la possibilità di togliere la potestà genitoriale». Il responsabile del dicastero di via Arenula sottolinea la necessità di una prospettiva complementare che all'indispensabile azione educativa sui giovani, preveda anche sanzioni e pene. «Un decreto è sufficiente per eliminare questo fenomeno? Certo che no, come sempre la cattiveria e la stupidità umana non si controllano con le leggi, però occorre che lo Stato manifesti la propria presenza e che, accanto alle fondamentali misure educative, mostri anche una capacità repressiva per assicurare l'ordine pubblico e anche assistere le vittime di questi reati odiosi».

Un nuovo modello

Anche per il sindaco Mario Conte il Decreto Caivano va nella giusta direzione, tuttavia il primo cittadino di Treviso insiste sul ruolo della prevenzione dei fenomeni di violenza giovanile. «É un intervento importante che dà degli ulteriori strumenti alle amministrazioni comunali e alle forze dell'ordine - spiega -. Però mi piacerebbe non dover utilizzare questo provvedimento: vorrebbe dire che abbiamo anticipato i problemi, educando e accompagnando in un percorso di crescita i nostri giovani». Il massimo rappresentante dell'amministrazione comunale non sottovaluta come anche a Treviso, soprattutto in alcuni pomeriggio di sabato in città, si siano verificate situazioni critiche: «Per questo ringrazio il governo per aver colto il grido d'allarme dei territori - conferma - Però credo sia il momento di costruire un nuovo modello sociale che coinvolga le scuole le associazioni sportive, il volontariato. I nostri ragazzi passano troppo tempo nei social o davanti a uno schermo e troppo poco in un campo sportivo, nel palco di un teatro o di una sala musica». 

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