Microchip bloccati dal lockdown in Cina: frena la cittadella della salute

Martedì 3 Maggio 2022 di Mauro Favaro
Una veduta dall'alto del cantiere della cittadella sanitaria dell'ospedale Ca' Foncello di Treviso

TREVISO - Non si trovano i microchip per le nuove Tac e risonanze magnetiche della cittadella sanitaria del Ca’ Foncello. Così come per il robot radio-chirurgico Cyberknife. La crisi internazionale sta bloccando il loro arrivo, in particolare dalla Cina. E l’aumento dei prezzi delle materie prime, in questo caso soprattutto l’alluminio, ha fatto lievitare i costi del 10%. Per l’Usl della Marca vuol dire dover sborsare 5 milioni di euro in più. Per un investimento complessivo in tecnologie che ora sfiora i 60 milioni. Il risultato è che il monoblocco della nuova cittadella sanitaria verrà sì aperto a settembre. Le sale operatorie e le terapie intensive inizieranno a funzionare. Ma per il momento non ci sarà il settore della radiologia


I DISAGI

A settembre il nuovo monoblocco sarà ultimato dal punto di vista strutturale – conferma Francesco Benazzi, direttore generale dell’Usl – partiremo subito con le sale operatorie e le terapie intensive, per le quali non ci sono problemi. Avremmo voluto inaugurare la struttura con dentro tutti i nuovi macchinari. Ma non sarà possibile. Il problema è che i microchip sono indispensabili per le apparecchiature della radiologia. E purtroppo tanti sono prodotti tra la Cina e Taiwan. Ci sarà inevitabilmente un po’ di ritardo». Almeno nella prima fase si continuerà a usare le strumentazioni radiologiche disponibili nella parte vecchia del Ca’ Foncello. «Spostando i pazienti. Può capitare in un grande ospedale – allarga le braccia il direttore generale – le aziende ci hanno detto che è necessario rallentare per l’allestimento della nuova radiologia. Ma non possiamo trasferire le vecchie macchine nei nuovi edifici.

Attenderemo l’arrivo di quelle nuove. Ci auguriamo che il monoblocco possa essere interamente operativo, con tutte le nuove strumentazioni, entro la fine di quest’anno». Far partire da subito le nuove sale operatorie e le terapie intensive, comunque, è già un importante passo in avanti. L’Usl le userà da settembre, continuando a far funzionare anche quelle vecchie, per recuperare parte dei 5mila interventi chirurgici rinviati a causa dell’emergenza Covid. Non solo. 


PROTOCOLLO TELEMEDICINA

L’azienda sanitaria nei prossimi giorni condividerà un protocollo con i medici di famiglia per aprire le definitivamente le porte alla telemedicina. L’obiettivo è iniziare a fare visite a distanza per rispondere alle richieste dei cittadini e recuperare il terreno perduto durante l’emergenza Covid anche a livello territoriale. «Stiamo mettendo a punto un protocollo, assieme al direttore sanitario e al direttore sociosanitario (rispettivamente Stefano Formentini e Roberto Rigoli, ndr), per smaltire le attese attraverso la telemedicina – rivela Benazzi – a breve incontreremo i medici di medicina generale per condividere nuove possibilità di intervento». Sempre con la speranza che il Covid molli la presa. I numeri non sono bassi. Sono ancora più di 10.500 i trevigiani positivi in isolamento perché contagiati dal virus. L’incidenza media a livello provinciale è pari a 670 casi su 100mila abitanti. E quasi 100 pazienti rimangono ricoverati nei reparti Covid della Marca. Nelle case di riposo, di pari passo, si continua a contare 256 anziani positivi. La campagna per la quarta dose del vaccino anti-Covid, riservata agli over80 e agli over60 fragili, non decolla come si vorrebbe. Fino a questo momento solo 5.007 anziani hanno ricevuto la quarta dose. La copertura è pari al 5,09%. Considerando anche chi si è prenotato, si arriva al 6,47%. Non di più. E in molti stanno rinunciando anche alla terza dose. «Sono 89mila i trevigiani che potrebbero riceverla», dice Benazzi. In tutto ciò la prosecuzione del mega progetto della nuova cittadella sanitaria va avanti, almeno dal punto di vista strutturale. Nel 2023 il monoblocco, il cuore pulsante del nuovo Ca’ Foncello, sarà completato con la parziale ricostruzione dell’edificio che oggi ospita il pronto soccorso e con la realizzazione di un altro padiglione per l’area medica, entrambi direttamente collegati allo stesso monoblocco. 

Ultimo aggiornamento: 07:14 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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