Allarme: oltre un terzo dei contagiati veneti è nella provincia di Treviso

Sabato 22 Agosto 2020 di Alberto Beltrame
Roberto Rigoli
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TREVISO - Oltre un terzo dei contagi veneti sono nella Marca. Su 1944 positività in regione, dato di ieri sera, 724 riguardano la provincia di Treviso. L'ultima accelerata nelle ultime 24 ore, con altri 82 nuovi casi, oltre la metà di quelli registrati in Veneto (+141). Quindi la domanda: il Covid - 19 sta circolando a Treviso più che altrove? «Non è così - spiega il direttore generale dell'Usl Francesco Benazzi -. Da noi ci sono numericamente più positivi, ma questo non significa che il virus si sia maggiormente diffuso nella popolazione. Anzi, la contaminazione è bassissima. Il fatto è che nella nostra provincia si sono accesi dei focolai, ben circoscritti, legati da un lato ai rientri dalle vacanze, in particolare dalla Croazia, dall'altro alla comunità straniera: prima ha riguardato le badanti di ritorno dall'Est Europa, poi i richiedenti asilo della Caserma Serena, infine i lavoratori dell'Aia di Vazzola, in stragrande maggioranza riferibili alla comunità senegalese. Tolti questi focolai, possiamo dire che non c'è una diffusione particolare del Covid - 19 tra i cittadini nostrani, e senza questi cluster avremmo i contagi più bassi del Veneto».
A VAZZOLA
All'Aia di Vazzola ieri pomeriggio sono stati effettuati ulteriori controlli sul personale assunto direttamente dall'azienda o dipendente delle cooperative. Sui 348 tamponi finora eseguiti sono emerse 57 positività. «I nostri uffici stanno cercando di individuare l'origine del focolaio - spiega Benazzi -: quel che sappiamo è che di questi 57, 4 sono italiani mentre gli altri 53 sono di origine senegalese. Questo ci dice che il virus potrebbe essersi diffuso non tanto o comunque non solo all'interno dell'azienda, dove le misure di contenimento necessarie sono state adottate, quanto all'esterno, negli ambienti frequentati da questa comunità. Lo stesso discorso vale per la caserma Serena, dove il contagio si è diffuso tra gli ospiti del centro accoglienza espandendosi, visto che molti di loro lavorano, anche alla Bartolini di Casale sul Sile. Risulta chiaro, trattandosi da un lato di una grande azienda e dall'altro di una struttura per migranti che ospita oltre 300 persone, che i numeri dei contagi sono stati e sono sì molto alti, ma non significa che a Treviso, a livello generale, frai i cittadini, il Covid - 19, circoli più che nelle altre province venete». Il dato positivo è che u 57 lavoratori positivi dell'azienda agro - alimentare di Vazzola sono tutti asintomatici così come i 43 richiedenti asilo in cui è stata evidenziata, col tampone di mercoledì scorso, traccia del Covid. All'Aia lo screening non è ancora finito: mancano 130 operatori, compresi quelli in rientro dalle ferie, e la prossima settimana verranno ritestati tutti i negativi. «Appena ci sarà un quadro preciso della situazione darò comunicazione dei risultati ai cittadini, ma per ora nessuno dei lavoratori contagiati, tutti in isolamento domiciliare, risulta risiedere a Vazzola - sottolinea il sindaco Giovanni Zanon -, e d'altro canto so che l'azienda sta lavorando rispettando tutte le norme di sicurezza. L'origine del focolaio? Resta da capire: è tutto iniziato con un operaio che si è sentito male, e da lì sono stati individuati i primi 28 lavoratori positivi al Covid».
I RIENTRI
L'altro fronte aperto è quello dei rientri dalla vacanze. Questo fine settimana torneranno nella Marca migliaia di vacanzieri, molti dei quali dai paesi considerati a rischio, vale a dire Spagna, Malta, Grecia e Croazia in primis. Già una sessantina i trevigiani risultati positivi al Covid 19 dopo essere rientrati da Istria e Dalmazia. «Ci sono stati gruppi interi arrivati da Pago e nuclei familiari che, viaggiando in auto, si sono contagiati fra loro - spiega il direttore generale -. In questo momento, insomma, una volta spenti i focolai che stiamo circoscrivendo e controllando, i rischi di nuovi contagi, se non per casi sporadici, non dovrebbero essere molti. la situazione però cambia di giorno in giorno. Quello che possiamo fare sono i tamponi: siamo la provincia che ne sta facendo di più in Veneto: ad oggi ne abbiamo processati oltre 200mila».
Alberto Beltrame
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Ultimo aggiornamento: 19:25 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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