Coronavirus, appuntamento a settembre: «Banchi in corridoio, così riparte la scuola»

Venerdì 17 Aprile 2020 di Elena Filini
Coronavirus, appuntamento a settembre: «Banchi in corridoio, così riparte la scuola»

TREVISO - La scuola del futuro? Turni, corridoi usati come aule. E no alle richieste di spazi per le superiori. L'assessore all'istruzione Silvia Nizzetto ogni giorno ha sotto gli occhi la situazione dei suoi figli - «la didattica a distanza per i piccoli non è per nulla sufficiente» - e dall'altro cerca, insieme agli uffici, di pensare al ritorno in classe. Secondo la logica: estote parati. «Purtroppo il post Covid-19 ci vedrà rimodulare completamente l'uso delle strutture. È ancora tutto molto nebuloso, però per cautelare le scuole elementari abbiamo bloccato il progetto di redistribuzione delle aule in eccedenza alle superiori che ne avevano fatto richiesta». Anche sul fronte campi estivi novità in vista. «Molti comuni li hanno sospesi. Noi cercheremo in tutti i modi di preservarli. Le famiglie ci chiedono di cercare, con lezioni speciali, di recuperare almeno un po' del programma. Questo implica rimodulare il bando, ma ci stiamo seriamente pensando». 

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LO SCENARIO
Le prime, ottimistiche previsioni, avevano dato il 13 aprile come data di riapertura. Poi si è scivolati a maggio. Ma, l'impressione generale, è che quest'anno scolastico sia in pratica andato. La cosa più difficile oggi è immaginare un futuro. Ma l'assessorato all'istruzione deve farlo, anticipando quindi i tempi di decisioni che condizioneranno la ripresa scolastica e il futuro degli studenti trevigiani. «Anzitutto è partita finalmente la consegna dei tablet - informa Nizzetto - si tratta di circa 300 dispositivi, spalmati su 5 istituti comprensivi. La protezione civile ha iniziato le consegne alle famiglie. E si occuperà anche di distribuire il materiale a quei ragazzi che abitano fuori comune. Per la fine della prossima settimana tutti dovrebbero essere dotati dei dispositivi per la didattica a distanza». 

IL FUTURO
Il tema più delicato è provare ad immaginare la ripartenza. Scontato il fatto che la campanella suonerà per tutti a settembre, resta da pianificare in che modo si svolgeranno le lezioni. «Se verranno confermati i parametri di distanziamento sociale correnti, è chiaro che in alcune classi ci dovranno stare meno persone per cui bisognerà provvedere a lavori strutturali di ampliamento. E, dove non fosse possibile, ipotizzare l'utilizzo dei corridoi a turnazione». Questo pone inevitabilmente il problema delle aule vuote alle primarie. Salterà probabilmente lo schema di redistribuzione alle superiori: «Non voglio dare risposte definitive ora, ma è chiaro che abbiamo bloccato la possibile cessione di aule agli istituti che ne hanno fatto richiesta, penso al Riccati e al liceo Artistico ad esempio. Prima dobbiamo capire quali sono le reali esigenze delle elementari e delle medie». Nei mesi scorsi Nizzetto e gli uffici avevano fatto una mappatura certosina dei 5 plessi scolastici della città con l'obiettivo di capire come redistribuire gli spazi: 7140 gli iscritti, contro i 7650 dello scorso anno. Diverse aule inutilizzate, soprattutto alle Coletti. Poi i lavori alle Felissent e il nuovo plesso Don Milani a San Zeno con il trasferimento delle Tommaseo in un'unica struttura. Oggi questo minuzioso conteggio potrebbe dover essere completamente rivisto.

SOLUZIONI
«Direttive chiare non ce ne sono, ma noi dobbiamo cercare di prevedere un piano A e anche un piano B.

La didattica a distanza tra i 6 e i 13 anni non può che sostituire parzialmente l'insegnamento». Per questo da parte di molte famiglie è arrivata la richiesta di programmare centri estivi speciali. Che, ai laboratori e al gioco, assommino lezioni vere e proprie per permettere ai ragazzi di recuperare un po' e rimettersi in pari col programma. «È una cosa sulla quale stiamo ragionando - commenta l'assessore - ci sono famiglie che spingono per un ritorno e per corsi intensivi, ce ne sono altre ancora spaventate. Come amministrazione possiamo prevedere l'ipotesi lezioni, ma i bandi di reclutamento del personale vanno cambiati. Servono animatori, ma- insieme- insegnanti». Le prossime settimane saranno decisive: intanto si tenta un primo bilancio della didattica su piattaforma: Si è partiti con l'acquisto dei dispositivi. «Cosa non immediata perchè ovviamente tutti i tablet sono andati a ruba, tra scuole e amministrazioni con dipendenti in smart working». Poi finalmente sono arrivati i device, che saranno consegnati alle famiglie in comodato d'uso entro la prossima settimana. 

Ultimo aggiornamento: 11:20 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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