Coronavirus. Isolati 5 medici di base «In totale seguivano oltre 7.500 persone»

Lunedì 9 Marzo 2020
Coronavirus. Isolati 5 medici di base «In totale seguivano oltre 7.500 persone»

TREVISO Cinque medici di famiglia sono finiti in isolamento domiciliare dopo aver visitato dei pazienti risultati positivi al nuovo coronavirus. Di conseguenza 7.500 trevigiani si sono ritrovati di punto in bianco senza il loro riferimento in ambulatorio. Un medico, in particolare, sta attendendo l'esito del tampone per capire se è stato a sua volta contagiato. Per gli altri quattro, invece, la quarantena è scattata in modo precauzionale.

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«L'ultimo caso ha riguardato un medico che aveva visitato a domicilio un paziente in seguito ricoverato in ospedale e risultato positivo al nuovo coronavirus fa il punto Brunello Gorini, dottore di base a Salgareda e Ponte di Piave, segretario della Fimmg di Treviso, la federazione dei medici di famiglia della Marca i dottori che si sono esposti a un caso confermato vanno in isolamento domiciliare per 14 giorni. Si tratta di una misura volta a tutelare non solo i diretti interessati, ma anche e soprattutto gli altri pazienti». 
 
I PROVVEDIMENTI
Per questo la quarantena scatta anche se i medici hanno effettuato la visita indossando tutte le protezioni del caso: dalle mascherine con il filtro adeguato ai guanti. «Consigliamo ai medici almeno qualche giorno di isolamento domiciliare anche se hanno usato i dispositivi di protezione conferma Gorini al momento non ci sono particolari problemi a sostituirli. I medici in quarantena sono asintomatici e continuano a lavorare facendo il triage al telefono e portando avanti l'attività di prescrizione attraverso i nostri sistemi informatici. La differenza è che non fanno visite in ambulatorio. Quattro dottori sono stati sostituiti dai colleghi delle medicine di gruppo, che pur vedendo aumentare i loro carichi di lavoro riescono a dare una risposta a tutti i pazienti. Mentre il quinto ha incaricato un sostituto vero e proprio per operare al posto suo in ambulatorio». 

LE PRECAUZIONI
«Le precauzioni potrebbero essere riviste se avessimo 50 medici in isolamento sui 540 attivi in provincia aggiunge Gorini al momento, però, per fortuna non è così. Riusciamo comunque a far fronte alle richieste». Una delle accortezze adottate nell'organizzazione per l'emergenza coronavirus è stata proprio quella di avvicinare i dottori che lavoravano per conto proprio alle medicine di gruppo già esistenti nel territorio della Marca. Oggi non c'è praticamente più alcun dottore di base che lavora da solo. L'unione, si sa, fa la forza. Tanto più in un momento difficile come questo. 

L'ALTRO FRONTE
L'altro fronte che si osserva con la massima attenzione è quello delle case di riposo. Si teme la possibile onda lunga del focolaio esploso nel reparto di Geriatria dell'ospedale di Treviso. «Nelle strutture ci sono molti anziani che sono stati dimessi dalla Geriatria prima del 25 febbraio (giorno in cui è stata chiusa per l'esplosione dei contagi, ndr). Non sappiamo se sono positivi o meno, o se abbiano contagiato altre persone spiega Bruno Di Daniel, medico di famiglia a Maserada, segretario dello Snami di Treviso in questo contesto, il nostro compito è quello di tenere sotto controllo tutti i possibili sintomi, in modo da intervenire tempestivamente in caso di necessità». Il materiale di protezione, mascherine, guanti e gel igienizzante, è in distribuzione. Non è ancora arrivato a tutti. Inevitabile, dato che due delle tre aziende che riforniscono l'Usl della Marca hanno sede proprio in Cina e in Corea del Sud. L'azienda sanitaria, comunque, sta rispondendo progressivamente alle le richieste. Anzi, su richiesta dei sindaci, ha ampliato i propri ordini per distribuire i dispositivi anche ai Comuni trevigiani.
M.Fav

Ultimo aggiornamento: 10 Marzo, 15:23 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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