Coronavirus e bambini, Ca' Sugana paga la baby sitter alle famiglie: ​sul piatto già 105 mila euro

Giovedì 30 Aprile 2020 di Elena Filini
Bambini, Ca' Sugana paga la baby sitter alle famiglie: sul piatto già 105 mila euro (foto Pixabay)
TREVISO Baby sitter sovvenzionate dal Comune: l'assessorato all'istruzione studia il piano. E mette sul piatto già 105 mila euro. «Siamo pronti a partire già a maggio. E se il governo non darà il via libera, abbiamo pronto un programma di baby sitting per nuclei di 4/5 bambini». Ieri si è tenuta la prima tavola rotonda tra assessorato e associazioni. In municipio, insieme all'assessore Nizzetto c'erano OltreFiera, il Sogno n°2, Canguro Fanna, Cooperativa Comunica, LaEsse, Francis Contessotto per la Fism, Adriano Bordignon del Centro della Famiglia, Luciana Mellone del Melograno, la dirigente scolastica dell'Istituto Comprensivo Francesca Magnano, Diventare Grandi, Francesca Scarpa di Madama Dorè, Sergio Cassella dell'Usl, e il consigliere comunale Antonio Dotto, due delegate dei circoli 2 e 5. La speranza è di poter mettere in campo un articolato progetto di campus estivi. Se ciò non dovesse essere possibile si sta studiando di ampliare un servizio già attivo (ad esempio alla cooperativa Il Melograno). Il servizio, che prevede baby sitter selezionate e con regolare contratto, verrà sostenuto con una quota parte dal Comune, che attende una risposta dal ministero per i fondi destinati ai centri estivi, ma che ha già messo sul piatto 105 mila euro per poter fornire un servizio con costi irrisori alle famiglie. Ora si attende, entro fine settimana, il documento con le linee guida steso dalla Regione Veneto sul tema asili e centri estivi. 

LE RICHIESTE
Le parificate hanno chiesto di poter aprire anche ai bambini delle elementari, per rispondere alle richieste dei genitori. E i comuni sono intenzionati a rendere il più esteso e vantaggioso possibile il servizio. «Stiamo quasi finendo la mappatura dei parchi e dei cortili, che metteremo a disposizione gratuitamente. Non ovunque si può- ribadisce Nizzetto- perchè molte scuole stanno facendo i lavori. Ma noi abbiamo un dialogo aperto con tutti: cooperative, oratori, associazioni sportive. E' un servizio irrinunciabile per la tenuta psichica delle famiglie» ribadisce l'assessore all'istruzione. Piccoli gruppi, turnazione, e alleanza con parrocchie e società sportive: a questo sta pensando Coop Comunica, il soggetto che organizza i campus a Treviso e in molte altre realtà della regione. «Lo scorso anno abbiamo gestito 300 bambini nei campus comunali-conferma il presidente Matteo Marconi- ma siamo certi che aumenteranno. Mai come quest'anno c'è necessità dei centri estivi». La fase 2 fa paura, ma su una cosa tutti-amministratori e operatori- sono d'accordo: sarà fondamentale riappropriarsi di parchi e giardini, far vivere i bambini quanto più possibile all'esterno. Mascherine e guanti anche per le uscite ai centri estivi? «Sarà inevitabile». Coop comunica sta cercando di organizzare un network di soggetti per proporre alle famiglie soluzioni estive che contemperino l'esigenza di mettersi in pari col programmala necessità del cofronto, lo svago creativo e lo sport. 

CON I VOLONTARI
Il Forum Nazionale delle Associazioni Familiari ha ipotizzato l'utilizzo dei volontari del servizio civile come animatori a domicilio per singole famiglie con figli. Ma anche la possibilità di creare dei centri estivi condominiali. «Stiamo ragionando anche su questo: una formula di baby sitting per pochissimi bambini, da proporre come piano b se il Governo non autorizzasse i centri estivi». Molti in parallelo crescono i servizi psicologici per dare risposte alle crisi delle famiglie. Tra le diverse, ci sono le piattaforme di Spazio Mente Corpo destinate alle madri sotto stress e ai bambini. «Stanno aumentando i burn out domestici, con madri che devono gestire - in spazi spesso ridotti- figli, didattica a distanza, il proprio smartworking e gestione quotidiana della casa- spiega la psicologa Valentian Vettor- Abbiamo raccolto queste difficoltà nel gruppo Facebook Essere genitori al tempo del Covid. E insieme ci occupiamo dell'aumento delle sintomatologie depressive nei ragazzi, ma soprattutto delle dipendenze da smartphone (essendo diventato mezzo esclusivo di relazione) e cyberbullismo».
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