Coronavirus. Caso sospetto tra i medici ma l'ambulatorio non si ferma

Martedì 24 Marzo 2020 di Mauro Favaro
L'ex Utap di Ponzano Veneto
PONZANO C’è un caso sospetto tra i medici negli ambulatori dell’ex Utap e la cooperativa ha ritirato i propri infermieri e addetti alla segreteria. Ma l’attività ora viene garantita da carabinieri in congedo assieme ai volontari della Croce Verde. Il medico, uno dei sei medici di famiglia che operano negli studi centralizzati di Ponzano è un caso sospetto di nuovo coronavirus. Lui è già stato messo in isolamento domiciliare. Ma l’attività non si ferma.
L’INTERVENTO
Ieri gli ambulatori sono stati completamente sanificati. E oggi si riprenderà proprio grazie ai volontari dell’associazione carabinieri di Paese e Ponzano e a quelli della Croce Verde La Marca. Saranno loro a garantire il servizio di segreteria negli ambulatori al posto del personale della cooperativa So.Co.Me. Il medico di famiglia finito sotto la lente si trova in quarantena a casa. Entro oggi tutti i suoi colleghi verranno sottoposti al test per il Covid-19. La speranza, ovviamente, è che il contagio non si sia diffuso. Nel frattempo si va avanti, con tutte le precauzioni del caso. Ieri il centro medico di Ponzano è rimasto chiuso dalle 14.20 alle 16.40 per consentire la sanificazione degli ambienti. Subito dopo gli ambulatori sono stati riaperti in forma ridotta fino alle 20.
IN ATTIVITÀ
E oggi torneranno a funzionare a pieno regime. Senza però il servizio infermieristico. «Dopo la decisione della cooperativa di ritirare momentaneamente il proprio personale – fa il punto il sindaco, Antonello Baseggio – abbiamo stretto un accordo con l’associazione carabinieri in congedo di Paese e Ponzano e con i volontari della Croce Verde La Marca. Saranno loro a garantire l’attività di segreteria dell’ex Utap nelle prossime ore».
NESSUNA SOSTITUZIONE
Gli infermieri al momento non verranno sostituiti. Ma almeno chi chiamerà in ambulatorio troverà una risposta. Senza i volontari, infatti, da oggi i pazienti avrebbero dovuto attendere un medico libero per riuscire a parlare con qualcuno attraverso il telefono. Cosa non scontata in un periodo di emergenza come questo.
«Adesso ci saranno quattro volontari che si turneranno nell’arco della giornata – specifica il primo cittadino – garantiranno la segreteria rispondendo alle telefonate e annotando le richieste, in modo che poi i medici possano dare una risposta a tutti». La speranza è che gli altri cinque camici banchi dell’ex Utap non siano stati a loro volta colpiti dal nuovo coronavirus.
«L’attività va avanti: tutti assieme garantiremo la sostituzione del medico mancante – assicura Gabriele Massolin, referente dell’ex Utap – al momento l’azienda che metteva a disposizione il personale, tra infermieri e addetti alla segreteria, ha preferito agire in questo modo. Siamo però fiduciosi che le cose possano tornare alla normalità nel più breve tempo possibile».
 
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