Coronavirus, 109 persone positive: "Due contagiati sulla pista da ballo"

Sabato 7 Marzo 2020 di Mauro Favaro
L'ospedale di Treviso. Quindici fra i nuovi pazienti contagiati non sono riferibili al cluster di Geriatria
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TREVISO - Un nuovo focolaio di coronavirus si allunga nella Marca. È quello esploso in un club di danze latino-americane di Ferrara. Gli specialisti dell’Usl hanno evidenziato il collegamento tra il contagio di un gruppo di ballerini e la frequentazione del locale in Emilia-Romagna. Al momento sono due i trevigiani risultati positivi al coronavirus dopo aver avuto contatti proprio con l’ambiente delle danze latino-americane del ferrarese. Ma i controlli continuano. E non si esclude che altri possano essere stati colpiti dal virus cinese attraverso la stessa via. «Abbiamo un altro focolaio collegato a un club di danze latino-americane di Ferrara – conferma Anna Pupo, responsabile del servizio Promozione e gestione attività vaccinale dell’azienda sanitaria – lì hanno trovato delle persone positive al coronavirus. E abbiamo avuto un collegamento epidemiologico anche qui a Treviso».

Fino a questo momento la maggior parte dei contagi emersi nella Marca era collegata al focolaio esploso nel reparto di Geriatria dell’ospedale di Treviso. Adesso le cose stanno lentamente cambiando. Ad oggi nella provincia di Treviso è stata confermata la positività di 109 persone al nuovo coronavirus. Una quindicina di queste, però, non derivano dal cluster del Ca’ Foncello.
E se ne stanno aggiungendo altre, come ha dimostrato anche il contagio della donna di 55 anni che lavora negli uffici del giudice di pace in zona Appiani: lei non aveva infatti avuto alcun contatto con il reparto dell’ospedale di Treviso. E ora è emerso il focolaio tra i ballerini di danze latino-americane. Bloccare i contatti tra le persone, dopotutto, è sostanzialmente impossibile, fermo restando che si possono limitare, come si sta cercando di fare. «Abbiamo dei contagi che arrivano anche da aree esterne alla nostra provincia – spiega Francesco Benazzi, direttore generale dell’Usl della Marca – ovviamente non si può pensare di fermare le persone. E in alcune situazioni si possono originare dei contagi». Ed è proprio quello che sta accadendo.

I DECESSI
Nel frattempo, purtroppo, oltre al numero di contagiati aumenta anche quello dei decessi. Nel giro di dieci giorni a Treviso si è arrivati a contare otto morti risultati positivi al nuovo coronavirus. Ieri notte è mancata infatti un’altra anziana. Aveva 85 anni ed era stata ricoverata in Geriatria prima del 25 febbraio, quando il reparto è stato chiuso dopo l’esplosione dei contagi in seguito alla morte di Luciana Mangiò, la professoressa di 76 anni di Paese, primo caso di coronavirus nella Marca. A lei si sono poi aggiunti Bruno Trevisan, 82enne di Villorba, ex capo degli uscieri di Ca’ Sugana; Giuliano Bagaggia, 82enne di Roncade, che era stato ricoverato al Ca’ Foncello dal 4 al 21 febbraio; Rosanna Sari, 97enne di Treviso, ricoverata in Geriatria dal 13 al 18 febbraio. Di seguito, Ivana Marton, 89enne di Mogliano. E bisogna aggiungere anche una 90enne di Treviso, residente nella zona della stazione, e un altro 93enne. Tutti avevano già delle importanti patologie pregresse. I familiari sono stati messi in isolamento domiciliare per 14 giorni. Si tratta di una misura di precauzione prevista dai protocolli per ridurre al minimo il rischio, fino quasi ad azzerarlo, di una diffusione del contagio da parte delle persone che hanno vissuto più a stretto contatto con gli anziani risultati positivi al coronavirus.

I RICOVERI
Aumenta anche il numero delle persone ricoverate in ospedale: ad oggi la quota raggiunta è 49. Tre di loro hanno bisogno della Terapia intensiva: si tratta di un 49enne e di un 53enne a Treviso, più un 75enne a Conegliano. Le altre 46 persone, invece, sono ricoverate nei reparti ordinari. Solamente nelle ultime 24 ore sono entrati in ospedale sette nuovi pazienti. Nel conto complessivo dei ricoverati, però, ci sono anche 28 pazienti risultati positivi al coronavirus che erano e restano ricoverati in Geriatria. Almeno per qualche altro giorno. Entro metà della prossima settimana, infatti, verranno trasferiti nei letti dell’ospedale di comunità, allestito nel padiglione esterno davanti all’ingresso principale del Ca’ Foncello, che verrà sostanzialmente trasformato in un “reparto coronavirus”.

I PAZIENTI
Gli altri pazienti che erano ricoverati nel reparto di Geriatria al momento dell’esplosione dei contagi (all’inizio c’erano 88 persone) verranno invece dimessi e posti in isolamento domiciliare per 14 giorni. Alcuni sono già usciti dall’unità dell’ospedale di Treviso. L’ultimo gruppo di 18 anziani tornerà a casa all’inizio della prossima settimana. L’Usl continuerà a seguirli, eseguendo anche i tamponi di controllo, attraverso l’assistenza domiciliare integrata. In questo modo si proverà a spegnere definitivamente il focolaio sviluppatosi all’interno della Geriatria. Dopodiché il reparto verrà sanificato e riaperto.
Ultimo aggiornamento: 12:08 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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