TREVISO - Dare dignità alla vita e anche alla morte. Il progetto di due amici trevigiani, l'attrice e scrittrice Francesca Brotto e Moustapha Fall, presidente di ConsiderAfrica odv, originario della città di 'Ndar guedj, dove non c'è nemmeno un carro funebre per trasportare le salme al cimitero. Così i due hanno deciso di donarlo, guidandolo attraverso il deserto fino al Senegal.
«In questa città non ci sono i carri funebri - spiega Francesca, che ha scritto il libro "E vissero quasi tutti" con protagoniste un gruppo di donne becchine - e le persone sono costrette a caricare le salme nei cassoni dei pick-up o trasportarle in cimitero, a spalla, anche per 10 chilometri».
Il viaggio attraverso il deserto
L'esperienza del funerale del padre ha fatto realizzare a Moustapha la difficoltà della gente del posto a trasportare i propri morti fino al cimitero. Da lì l'idea di donare un carro funebre e la richiesta di aiuto a Francesca. Che ha accettato, a patto di poterlo guidare: «Prima gli ho fatto promettere che il carro funebre lo avremmo portato in Senegal via terra e l'avrei guidato io. Tapha ha accettato. Era il 2022 e da una battura tra amici è nato il progetto "Treviso 'Ndar - un carro funebre per due"».
«Siamo riusciti a farci donare un carro funebre, ora stiamo raccogliendo i soldi per il viaggio - continua Francesca -. Che non sarà solo un viaggio ma l'opportunità per parlare della dignità delle persone; di come, a seconda della cultura, si affronta un lutto; del fatto che non si pensa mai che la dignità passa anche per una sepoltura dignitosa; dei morti in mare; di cosa vuol dire non avere un corpo su cui piangere; e dove sta il cuore di che emigra? Ma sarà anche l'occasione per far comprendere che anche tra culture e religioni differenti si può essere amici e si può lavorare assieme per migliorare la qualità della vita, e in questo caso anche della morte, delle persone - conclude - . E che le persone comuni posso compiere grandi imprese».