Ispezione ministeriale dopo le rivolte: il carcere minorile è inagibile e chiude

Venerdì 15 Aprile 2022 di Maria Elena Pattaro
Ispezione ministeriale dopo le rivolte: il carcere minorile è inagibile e chiude
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TREVISO - Scatta l’ispezione ministeriale nel carcere minorile dopo le rivolte scoppiate martedì sera e proseguite mercoledì mattina.

Una delegazione del Dipartimento Giustizia minorile ieri ha fatto visita al penitenziario di Santa Bona in gran parte distrutto dall’incendio innescato dal gruppo di rivoltosi. L’obiettivo è fare chiarezza sulle sommosse e ragionare sul futuro del carcere, di cui è previsto il trasferimento a Rovigo entro un anno anche se sui tempi effettivi manca ancora la certezza. Visti i danni ingenti (la cui cifra esatta è ancora in corso di quantificazione), il penitenziario trevigiano rischia di non riaprire.


INTERNI DISTRUTTI
I danni infatti sono estesi: gli impianti elettrico e idraulico sono stati compromessi, come pure i cancelli di sbarramento. Gran parte della struttura è stata dichiarata inagibile. Il penitenziario è stato sfollato: tutti e 13 i detenuti sono stati trasferiti in altre carceri di Puglia e Calabria. Sono 11 i ribelli, tra cui alcuni maggiorenni, che hanno aizzato la rivolta barricandosi nello spazio comune e dando fuoco ai materassi. Il motivo? Una pizza “negata” dopo una giornata di digiuno in periodo di Ramadan. I malumori covavano già da giorni: i reclusi, soprattutto nordafricani di fede islamica, si erano lamentati più volte dei menù e del fatto che la mensa non avrebbe rispettato il Ramadan. Questo il pretesto con cui dal braccio di ferro si è passati alla rivolta violenta da cui soltanto due dei ragazzi reclusi si sono invece dissociati dai tumulti, su cui ora saranno le due Procure, quella dei Minori e quella ordinaria a indagare evidenziando le responsabilità.


CRITICITA’ E POLEMICHE
Intanto i sindacati tengono alta l’attenzione sulle criticità del carcere minorile: organico insufficiente, in ambito pedagogico e tra gli agenti della polizia penitenziaria, struttura inadeguata e a livello nazionale mancanza di protocolli per far fronte all’aggressività dilagante dei giovani reclusi. Dopo la Sappe e la Fp Cgil di Treviso interviene ora anche la Fn Cisl Belluno Treviso: «Periodo difficile per gli istituti di pena del territorio -commenta Robert Da Re facendo riferimento alla rivolta trevigiana ma anche all’agente aggredito nel carcere di Belluno- Purtroppo l’eccessivo garantismo di questo periodo si sta tramutando in senso di impunità, generando continuamente eventi spiacevoli all’interno degli istituti di pena». La Cisl Fns, rappresentante dei vigili del fuoco e della polizia penitenziaria, ha colto l’occasione per applaudire il delicato intervento che li ha visti fianco a fianco al carcere minorile di Treviso. Sulla situazione nelle carceri è intervenuto anche il senatore Luca De Carlo (Fdi): «La misura è colma, subito assunzioni e nuove norme. Solamente due giorni fa eravamo in piazza a Padova con la polizia penitenziaria per denunciare i gravi problemi di organico e di sicurezza, e oggi arrivano nuove notizie di gravi problemi per la sicurezza degli agenti e dei detenuti».

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Ultimo aggiornamento: 16:45 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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