Dopo il Geron, ora chiude pure il Roxy bar: positiva la titolare non vaccinata

Domenica 21 Novembre 2021 di Annalisa Fregonese
Bar chiusi per covic

CIMADOLMO - Il Covid entra nei bar: chiusi due locali. E ora a Cimadolmo c'è timore visto che si tratta di due degli esercizi più frequentati del paese, sia dai residenti che da persone di passaggio. C'è chi è in ansia e chi invece, per fugare ogni dubbio, si è già sottoposto a tampone per sapere se sia stato o meno contagiato. Intanto il sindaco Giovanni Ministeri ha invitato tutti a mantenere la calma e ad adottare le consuete misure di precauzione. Da un paio di settimane è chiuso il bar Geron, fra le più vecchie osterie dell'omonimo borgo. Il Roxy Bar, che si trova in via Roma, è invece chiuso da sabato scorso. A essere risultata positiva al Covid è stata la titolare, che non si è vaccinata. «Si è manifestato con sintomi di tipo influenzale - spiega la donna tosse e raffreddore e qualche linea di febbre - È passata una settimana e già mi sento molto meglio.

Spero proprio al prossimo tampone di essere negativa». La signora non sa spiegarsi come possa essere avvenuto il contagio. «In bar ho sempre indossato la mascherina e ho sempre preteso lo stesso dai miei clienti. La nostra tra l'altro è una clientela di passaggio. Il mio non è un bar dove la gente si siede e trascorre del tempo a giocare a carte. È più un posto per consumare qualcosa rapidamente».

LA PAURA
La titolare non si è vaccinata per timore. «Lo dico francamente: ho paura del vaccino, non so quali conseguenze possa avere. Sono poi convinta che questa pandemia finirà. Se guardiamo alla storia tutte le grandi epidemie non sono durate oltre i due anni». In questi giorni nessuna autorità le ha chiesto un elenco dei clienti per un eventuale tracciamento. «No, nessuno mi ha contattato al riguardo» precisa. Da parte sua il sindaco Giovanni Ministeri, confermando la situazione che si è verificata nel suo comune, predica calma e prudenza, anche perché la situazione sembra essere in miglioramento.

LA SITUAZIONE
Il bollettino della settimana scorsa riportava 25 persone attenzionate, di cui 12 positivi e 13 contatti stretti. Quello diffuso ieri, 20 novembre, riporta 14 persone, di cui 7 positivi e altri 7 in isolamento per contatto stretto. «Non bisogna allarmarsi, ma rispettare le norme - dice Ministeri - Qualora si manifestasse la necessità, adotterò maggiori misure di contrasto mirate, ma non è questo il caso per ora». Nel comprensorio, con riferimento ai piccoli comuni, a Ormelle i positivi sono una decina, a Mansuè il doppio, a Fontanelle i contagiati sono 19 e 10 le persone in quarantena, mentre a Meduna di Livenza 25 sono i positivi e 8 gli isolati.

LA VITTIMA
Intanto il Covid si è portato via Giovanni Falsarella, 83 anni, imprenditore molto conosciuto. Con i fratelli aveva fondato, nel 1952, la Fratelli Falsarella spa di San Michele di Piave, leader nel settore delle ceramiche, delle pavimentazioni e dei rivestimenti. L'imprenditore, che aveva qualche problema di salute, si era vaccinato. Un paio di settimane fa era andato a caccia con il suo cane. All'improvviso è sopraggiunta la febbre, la situazione si è complicata ed è stato ricoverato nel reparto di pneumologia dell'ospedale Ca' Foncello di Treviso, dove venerdì è venuto a mancare. Vasto il cordoglio per la sua scomparsa. Pioniere nel settore delle ceramiche e dei rivestimenti, era un uomo che aveva precorso i tempi. Alcuni decenni fa aveva stretto accordi con Sassuolo per la promozione delle maioliche. Era una persona entusiasta e decisa, sempre pronto a sostenere le attività del volontariato. Amava molto l'opera e la musica lirica, ed era tra i sostenitori del Festival dell'Opera in piazza di Oderzo. È il terzo benefattore che il Festival piange, dopo Bepi Covre e Luciano Bernardi. «Grazie Giovanni per averci aiutati per tanti anni a crescere» è il commosso saluto di Maria Grazia Patella, presidente del festival.
 

Ultimo aggiornamento: 09:07 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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