Aquila reale uccisa sul Grappa dai bracconieri: «Ora ne rimane solo una»

Venerdì 29 Ottobre 2021 di Lucia Russo
Un aquila reale
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BORSO DEL GRAPPA - Uccisa un'aquila reale sul Monte Grappa, ora ne rimane solo un altro esemplare.

Era l'ultima coppia rimasta nel Massiccio che aveva nidificato ormai da un paio di anni nella zona del vicentino e aveva vissuto indisturbata a cavallo tra le due province, lontano dall'uomo, dal caos della città e vicino ad un'area dove riusciva a reperire facilmente il cibo. Ed ora, di quella coppia è rimasto solo un esemplare, l'altro è stato abbattuto da un bracconiere al confine tra il trevigiano e il vicentino.

LE ANALISI
Sul corpo dell'animale sono in corso le analisi dell'Istituto Zooprofilattico che sta accertando le cause del decesso in supporto alle indagini dei carabinieri forestali di Valdobbiadene. Si tratterebbe di un animale adulto, con più di cinque anni di vita, che viveva insieme ad un altro esemplare proprio sul Grappa. E dopo la migrazione di un'altra coppia di aquile reali che viveva nella zona nord del Massiccio, queste erano le ultime due abitanti dell'area. «E' una ventina di anni che l'Aquila reale nidifica nel Grappa - spiega Francesco Mezzavilla, esperto faunista ed ornitologo trevigiano - E' davvero un peccato quanto accaduto. Che io ne abbia memoria è il primo episodio simile nel Grappa. C'erano due coppie distribuite nel vicentino e a nord. Quest'ultima però da qualche anno non ha più nidificato, disturbata dal troppo rumore. Quella rimasta, della Valle del Brenta, era una coppia solida. Le aquile sono animali territoriali che girano in coppia ed ora questa è rimasta da sola. Se uno dei due esemplari viene ucciso e ci sono le caratteristiche che lo consentono, quello rimasto si accoppia con un altro. Ma è un gran peccato perché l'aquila è un predatore che sta ai massimi livelli della catena alimentare ed è importante per il territorio. Ora nel Grappa rimane solo un esemplare».

IL RITROVAMENTO
A ritrovare l'animale già privo di vita sono stati i volontari della Lega italiana protezione uccelli (Lipu) che l'hanno consegnato ai carabinieri forestali. «Siamo in fase d'indagine, stiamo facendo degli accertamenti» spiegano i militari. «Quella del Grappa è un'area sensibile, ci sono alcune zone tranquille e adatte alle aquile, altre no perché disturbate dall'uomo e questa coppia aveva trovato il proprio luogo ideale - spiega Mezzavilla - A breve, nell'area della Pedemontana arrivano esemplari ancora non accoppiati, giovani o subadulti ovvero con meno di 5 anni, che vanno alla ricerca di un nuovo territorio e spesso arrivano fino al Grappa. Se uno dei presenti rimane solo, quindi, è probabile che crei una coppia con il nuovo arrivato. Una decina di anni fa ad esempio c'era una coppia formata da un adulto e da un subadulto nel Grappa e, se le femmine sono giovani e i maschi sono dei buoni riproduttori, riescono comunque a riprodursi. E' un rimpiazzo che di norma avviene». Sulla questione è intervenuto anche Andrea Zanoni, consigliere regionale del Pd: «Stiamo parlando di una specie superprotetta e per chi la caccia è previsto anche l'arresto da due a 8 mesi. Faccio un appello agli inquirenti per rintracciare chi ha sparato: spero vengano incrociati i dati di chi era in zona, tramite le celle telefoniche e il controllo dei tesserini di caccia».
 

Ultimo aggiornamento: 19:06 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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