Bond truffa, appello della Provincia alle vittime: "Denunciate i raggiri"

Venerdì 4 Febbraio 2022 di Giuliano Pavan
L'appello lanciato dai vertici della Provincia di Treviso

«Segnalateci subito altri eventuali raggiri». L’appello viene lanciato direttamente dall’ufficio legale della Provincia di Treviso, in allarme per quanto sta accadendo a una decina di trevigiani (almeno per ora) truffati da un finto consulente finanziario che ha rifilato loro obbligazioni dell’ente di fatto inesistenti. Un danno, pare, da decine di migliaia di euro. Ma che potrebbe essere molto più esteso. Come dire: la truffa scoperta proprio dalla Provincia potrebbe essere soltanto all’inizio. Ma sul caso le bocche rimangono cucite: si attende che l’avvocato Massimo Sonego incontri oggi i cittadini che hanno avuto a che fare con il sedicente consulente finanziario, affidandogli parte dei loro risparmi. Poi si vedrà cosa fare. 

Di certo c’è che in Procura un esposto è già stato depositato. A muoversi è stata, appunto, la Provincia a cui sono iniziate ad arrivare le segnalazioni. C’è anche l’identikit del truffatore, a tutti infatti sembra essersi presentato allo stesso modo. Ma anche sotto questo profilo le parti in causa scelgono il silenzio. Prima è necessario analizzare i documenti firmati. E poi si tratta di capire se i truffati conoscessero bene quel consulente finanziario. Il timore, infatti, è che con la medesima tecnica sia riuscito a racimolare molto più denaro a danno di molti più clienti. Le indagini sono in corso. Di sicuro le operazioni sono state spacciate come estremamente sicure e redditizie. E per conquistare la fiducia delle persone non ha esitato a usare anche il logo ufficiale del Sant’Artemio, senza peraltro averne alcun titolo. Il sistema ha retto fino a quando i clienti che attendevano di incassare gli interessi non si sono accorti di essere rimasti con un pugno di mosche: non è mai arrivato nulla. E adesso si è alla resa dei conti, con la speranza di poter ottenere, intraprendendo le vie legali, le somme “investite” per intero. O almeno tentare di recuperare il recuperabile. 

Il problema è emerso quando la Provincia ha iniziato a ricevere diverse richieste di chiarimenti in merito a strumenti finanziari legati allo stesso Sant’Artemio che in realtà non risultavano da nessuna parte. Le segnalazioni ricalcavano tutte la medesima linea: le persone hanno riferito di aver affidato i propri soldi al sedicente consulente finanziario, attirate anche dal logo della Provincia, sperando di poter strappare qualche interesse, che in realtà non è mai stato corrisposto. È così che i clienti hanno scoperto che questi bond provinciali di fatto non esistevano. L’esposto che il Sant’Artemio ha depositato in Procura ricapitola per filo e per segno tutte le segnalazioni. «Sto seguendo una serie di cittadini che si trovano in una situazione difficile avendo affidato dei risparmi a una persona – ha confermato l’avvocato Massimo Sonego – c’è il forte sospetto che le operazioni finanziarie in questione alla fine non siano state quelle che erano state loro prospettate». Nell’incontro previsto per oggi con l’avvocato Sonego dovrebbe essere avviato l’iter giudiziario e definita la strategia per cercare di rientrare delle somme versate. 

Il sedicente consulente finanziario che ha proposto queste fantomatiche operazioni sapeva bene quello che stava facendo: in altre parole, non ha accostato a caso i bond alla Provincia.

In particolare avrebbe fatto leva su precedenti emissioni obbligazionarie. Negli anni passati, infatti, il Sant’Artemio aveva lanciato 5 emissioni obbligazionarie con la formula bullet, a suo tempo finite al centro delle polemiche per i costi della nuova sede del Sant’Artemio, garantendosi entrate per circa 100 milioni. Era il periodo d’oro delle Province. Di seguito, lo stesso ente aveva a sua volta investito quasi 6,5 milioni di euro in titoli di Stato, puntando a ottenere entro il 2034 qualcosa come 25,5 milioni di euro. Oggi, però, le cose sono cambiate. Lo sanno bene i cittadini che hanno investito i loro soldi in operazioni finanziarie spacciate come bond provinciali, senza vedere alcun interesse e rischiando ora di perdere definitivamente l’intero capitale.

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