Uccise il padre a martellate, condannato a 14 anni per seminfermità da traumi del passato

Venerdì 13 Maggio 2022 di F. C.
Gabriele Finotello

ROVIGO - È stato condannato a 14 anni di reclusione Gabriele Finotello, il trentenne di Porto Viro che il 22 febbraio dello scorso anno, in un raptus improvviso e violento ha impugnato un martello e con questo ha colpito più volte il padre Giovanni, 56enne, fino ad ucciderlo.

La sentenza è stata pronunciata nel primo pomeriggio dalla Corte d'Assise del Tribunale di Rovigo e non si è discostata da quella che era stata la richiesta del pubblico ministero Andrea Bigiarini.

A contenere la pena nei confronti del giovane riconosciuto colpevole dell'omicidio del padre, il fatto che, sulla base di una perizia disposta dalla Corte ed eseguita dalla psichiatra forense di Padova Anna Palleschi, ne sia stata valutata la parziale seminfermità di mente al momento del fatto per una sorta di cortocircuito mentale prodotto dalle parole del padre e dal loro vissuto familiare. Come evidenziato dall'avvocato difensore Marco Linguerri di Ferrara nella sua accorata arringa, infatti, il padre aveva gravi problemi di dipendenza dall'alcol e questo, in passato lo avrebbe portato a comportamenti violenti nei confronti della moglie e dei due figli. Non a caso, la moglie ed il figlio piccolo se n'erano andati da tempo. Gabriele, che pure era stato recentemente assunto come Oss agli Istituti Polesani di Ficarolo, all'estremità opposta del Polesine, ad una distanza di oltre 70 chilometri, e pur avendo anche preso un appartamento in affitto vicino al nuovo posto di lavoro, continuava invece a tornare a casa dal padre, proprio per stargli vicino in un percorso di disintossicazione.

Quel giorno, però, se lo è trovato di fronte completamente ubriaco e con una bottiglia in mano ed è scaturito un litigio nel corso del quale il padre avrebbe detto di lasciarlo in pace altrimenti lo avrebbe picchiato come faceva con sua madre: questo avrebbe innescato una sorta di cortocircuito mentale che ha portato il giovane a colpire ciecamente il padre con il martello. Era stato poi lui stesso, al termine del terribile raptus, a chiamare i soccorsi, in un disperato tentativo di salvare il padre agonizzante, nonché la madre ed i carabinieri, che ha poi atteso davanti alla porta di casa, spiegando poi loro nei minimi dettagli la dinamica di quanto accaduto.

Ultimo aggiornamento: 17:37 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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