Ubriachi o drogati al volante, ​da pericoli pubblici a "tutori" della strada

Mercoledì 26 Aprile 2023 di Elisa Barion
Ubriachi o drogati al volante
ROVIGO - Pizzicati al volante ubriachi o "fatti", potranno riscattarsi eseguendo attività di supporto alla Polizia locale. A titolo gratuito. Il che significa: le persone coinvolte non saranno pagate per il lavoro che andranno a svolgere. Nei giorni scorsi il sindaco di Rovigo Edoardo Gaffeo e il presidente del Tribunale Angelo Risi hanno firmato la convenzione «per lo svolgimento del lavoro di pubblica utilità» nei confronti di persone condannate per il reato di guida in stato d'ebbrezza. Questo è possibile grazie alla riforma del Codice della strada, il quale prevede che la pena detentiva e la pena pecuniaria per la guida in stato d'ebbrezza possano essere sostituite, se non vi è opposizione da parte dell'imputato, e per una sola volta, con quella del lavoro di pubblica utilità di cui all'articolo 54 del Dlg 28 agosto 2000 n.274, consistente "nella prestazione di un'attività non retribuita a favore della collettività da svolgere, in via prioritaria, nel campo della sicurezza e dell'educazione stradale presso lo Stato, le Regioni, le Province, i Comuni o presso enti ed organizzazioni di assistenza sociale e di volontariato o presso centri specializzati di lotta alle dipendenze". Quello siglato tra Palazzo Nodari e il presidente Risi in rappresentanza del Ministero della Giustizia è in realtà il rinnovo della precedente convenzione triennale che è risultata particolarmente positiva per il Comune. Nella delibera allegata all'intesa, si legge: «Il Comune di Rovigo intende rinnovare, dato il buon esito della precedente attività, la convenzione sottoscritta in data 8 gennaio 2020 per lo svolgimento del lavoro di pubblica utilità con il Tribunale di Rovigo di durata triennale».
LE MANSIONI
Nel dettaglio, la convenzione stabilisce che i condannati alla pena del lavoro di pubblica utilità impiegati dal Comune, ai sensi dell'articolo 54, siano in totale 6. Saranno impegnati a svolgere compiti «tesi alla promozione della sicurezza stradale attraverso: ausilio agli utenti deboli della strada (attraversamenti pedonali e ingresso e uscita delle scuole); monitoraggio, manutenzione e piccoli interventi sulla segnaletica stradale, compresa la movimentazione delle transenne; attività di supporto amministrativo all'interno del comando di Polizia locale; ogni altra attività che il Comando di Polizia locale valuti funzionale al perseguimento della promozione della sicurezza stradale e che eventualmente possa valorizzare le professionalità possedute dal condannato».
LA CONVENIENZA
Il tipo e la durata del lavoro sarà svolto «dai condannati in conformità con quanto disposto nella sentenza/decreto di condanna» stabilito dal giudice. La durata della sanzione sostitutiva è, dunque, commisurata alla durata della pena prevista, che va da 10 giorni a 6 mesi. Nello specifico, un giorno di arresto corrisponde ad un giorno di lavoro di pubblica utilità. Un giorno di lavoro, invece, equivale ad un'ammenda di 250 euro. Generalmente, al condannato è richiesto un impegno minimo di 6 ore settimanali, equivalenti a tre giorni alla settimanali, salvo diverso accordo. La conversione della pena pecuniaria in mansioni utili è una soluzione favorevole al condannato, ma a guadagnarci sembrano davvero essere tutti.
Al termine della pena alternativa, «i soggetti incaricati ai sensi dell'articolo 3 della Convenzione di coordinare le prestazioni lavorative dei condannati e di impartire a costoro le relative istruzioni dovranno redigere una relazione da inviare al giudice che ha applicato la sanzione e che documenti l'assolvimento degli obblighi inerenti il lavoro svolto dal condannato».
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