Capoluogo sotto i 50mila abitanti, taglio alle indennità degli amministratori

Venerdì 26 Febbraio 2021 di Elisa Barion
CAPOLUOGO Rovigo è scesa sotto i 50 mila abitanti e le indennità degli amministratori subiranno ridimensionamenti

ROVIGO - L’Istat ha dissipato ogni residuo dubbio: Rovigo non è più una città con 50mila abitanti. Ne ha 49.985. Quindici abitanti che fanno la differenza, tra le varie cose, anche per la determinazione dell’indennità di funzione degli amministratori locali. Che tradotto significa: stipendio tagliato di netto per il sindaco, gli assessori e la presidente del Consiglio comunale. A stabilirlo è una determina dirigenziale pubblicata nell’albo pretorio del Comune lo scorso mercoledì con la quale si revoca una precedente determinazione del 16 febbraio che, a sua volta, stabiliva l’ammontare dell’indennità di funzione degli amministratori per il mese di febbraio 2021.
STIPENDI RIDOTTI
Perché è stato necessario annullare il provvedimento? La spiegazione si trova nello stesso documento di revoca: «Si rende necessario procedere a una rideterminazione delle indennità di funzione del sindaco, vicesindaco, assessori e presidente del Consiglio con effetto retroattivo al 1° gennaio 2021 al fine di renderle conformi alla legge». E, sempre nel documento, si spiegano i vari passaggi intercorsi tra la cifra inizialmente stabilita e il colpo di mannaia che poi ha portato alla correzione al ribasso. Lo scorso 1° febbraio, l’Ufficio statistica del Comune ha dato comunicazione che la popolazione residente nel territorio comunale si attesta sui 49.985 abitanti alla data del 31 dicembre 2019. Il dato, si legge, «è stato confermato dall’Istituto nazionale di statistica con pec in data 11 febbraio 2021». Da qui, è scattata «la retrocessione del Comune di Rovigo nella fascia demografica compresa tra i 30.001 e 50.000 abitanti» e, di conseguenza, l’abbassamento per legge degli stipendi di sindaco, vicesindaco, assessori e presidente del consiglio. A questo punto, le varie indennità di carica sono state ricalcolate con effetto retroattivo al 1° gennaio 2021, dal momento che, in quel mese, «è stata corrisposta un’indennità corrispondente alla precedente fascia demografica predeterminata dalle disposizioni normative in materia» e «pertanto gli amministratori hanno ottenuto una somma superiore a quella effettivamente dovuta» spiega il recente provvedimento.
SOMME DA RESTITUIRE
Il documento, dunque, provvede a fornire le cifre dei “nuovi” stipendi. Non solo: stabilisce anche quali sono le cifre che gli amministratori hanno percepito a gennaio e che ora sono tenuti a restituire. Restituzione che non avviene con un versamento materiale di soldi al Comune da parte dei singoli assessori, sindaco e presidente del consiglio, ma attraverso una trattenuta dai vari stipendi relativi al mese di febbraio. Per dare un’idea delle cifre, come si può vedere dalla tabella, al sindaco Edoardo Gaffeo, lo scorso gennaio, è stata corrisposta un’indennità pari a 4.260,98 euro, come previsto per i Comuni al di sopra dei 50mila abitanti. Con la retrocessione di Rovigo alla fascia di abitanti più bassa (da 30.001 a 50.000 abitanti), l’indennità del primo cittadino è scesa a 3.513,98 euro, cifra che nella determina viene definita come “nuova indennità dal 1° gennaio 2021”. La differenza da recuperare, per via dell’effetto retroattivo della determina, ammonta quindi a 747 euro che viene “scalata” dall’indennità di febbraio. Ecco, dunque, che a febbraio al sindaco viene versato uno stipendio pari a 2.766,99 euro. Lo stesso ricalcolo è stato effettuato anche per le indennità degli altri amministratori, da quella della presidente del consiglio comunale Nadia Romeo a quelle di tutti gli assessori della giunta rodigina, siano esse indennità “piene” o a “misura dimezzata”, ovvero quelle corrisposte agli assessori che hanno conservato la propria precedente occupazione senza andare in aspettativa.
LA POLEMICA LEGA-PD
Su questo tema, nei giorni scorsi, c’è stato un botta e risposta polemico fra il capogruppo della Lega Michele Aretusini ed il consigliere del Pd Graziano Azzalin. Il primo ha accusato l’Amministrazione di essersi mossa in ritardo. L’esponente dem, invece, ha sottolineato come fosse stata chiesta conferma del calo demografico all’Istat e che la vera questione su cui focalizzare l’attenzione fosse il tema dello spopolamento del capoluogo.
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Ultimo aggiornamento: 08:17 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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