La siccità non dà tregua, Po in allerta rossa: «Acqua potabile a rischio»

Martedì 12 Luglio 2022 di Angela Pederiva
Il fiume Po

VENEZIA - È allerta rossa per il Po, secondo il bollettino diramato ieri dall'Autorità di bacino distrettuale: «L'emergenza resta gravissima».

L'attuale valutazione dello scenario di severità idrica è fissata sul gradino più alto di una scala di sei: normale, bassa (in presenza e in assenza di precipitazioni), media (con e senza) e appunto alta. Pesano l'assenza delle piogge e l'aumento delle temperature, ma preoccupa anche l'avanzata del cuneo salino nel Delta, per le possibili ripercussioni non solo ambientali.

ACQUE SALMASTRE
Stando ai dati del monitoraggio condotto dall'Osservatorio permanente sugli utilizzi idrici, la dimensione dell'intrusione è pari alla lunghezza del ramo: 21,7 chilometri a Gnocca, 11 a Tolle. Ma i tecnici sottolineano che per i prossimi giorni sono attesi valori massimi «stimati fino a 30 chilometri dalla foce con fenomeni di alta marea». Al riguardo l'Autorità segnala «la potenziale minaccia, non ancora scongiurata, della possibile intrusione delle acque salmastre, non solo pericolo costante di danno irreversibile all'habitat e alla biodiversità in quelle zone o causa di improduttività colturale, ma anche minaccia costante al comparto idropotabile, vista la presenza operativa, a pochi chilometri, dell'impianto che serve tutt'ora oltre 750mila persone nelle due province di Ferrara e Rovigo». Non a caso Acquevenete, la società che gestisce l'impianto di potabilizzazione di Ponte Molo a Taglio di Po (a beneficio di un territorio che conta 30mila abitanti), ha preso a noleggio dalla Spagna un'apparecchiatura mobile di dissalazione, in grado di ridurre il contenuto salino dell'acqua destinata al consumo umano.

MISURE
L'unica nota positiva è rappresentata dalla parziale ripresa delle quote di alcuni grandi laghi alpini, i quali hanno permesso una sostanziale stabilizzazione della portata, che a Pontelagoscuro si attesta su 219 metri cubi al secondo: +13 centimetri sullo zero idrometrico nel lago Maggiore, +57 centimetri nel Garda. Ma nel complesso le stazioni di monitoraggio dei livelli delle portate del Po restano al di sotto delle quote minime dei flussi, i temporali e le grandinate dei giorni scorsi hanno determinato un apporto di precipitazioni disomogeneo e scarso, le temperature sono ritornate sopra alle medie stagionali. In questo quadro, restano così in vigore le misure già prescritte: riduzione del 20% dei prelievi irrigui a livello distrettuale, aumento dei rilasci dai grandi laghi, monitoraggio del riempimento degli invasi idroelettrici alpini per valutare ulteriori aperture.

BACINO
A proposito di opere, proprio ieri nel Consiglio regionale del Veneto è stata depositata una mozione per la realizzazione di un nuovo bacino idrico sul torrente Vanoi, affluente del Brenta. Spiegano il presidente Roberto Ciambetti e il collega leghista Giuseppe Pan: «Vanno benissimo i laghetti in pianura, ma bisogna essere più coraggiosi e creare un invaso importante. I trentini avrebbero il beneficio di un nuovo lago turistico e maggiore elettricità, noi potremmo risolvere il problema della siccità. Inoltre, la presenza dello sbarramento e di sistemi idroelettrici già esistenti ci permetterebbe la produzione di energia da fonte pulita e rinnovabile». La proposta riaccende il riflettore sulla necessità della collaborazione fra Veneto e Trentino. Proprio sul ruolo delle istituzioni e della politica si è focalizzato Meuccio Berselli, segretario generale dell'Autorità Distrettuale del Fiume Po, nell'ultima seduta del suo mandato in attesa di assumere la direzione generale dell'Agenzia interregionale che fa capo a Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna e Veneto: «Sull'acqua serve in tempi rapidi maggior considerazione e capacità di intervento strutturale prima che sia troppo tardi. L'Osservatorio è utile, ma sterile. Lo strumento si dimostra un'anatra zoppa».
 

Ultimo aggiornamento: 18:08 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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