Siccità, due progetti potrebbero risolvere il problema ma sono fermi da anni

Martedì 12 Luglio 2022 di Francesco Campi
La magra eccezionale del Po in Polesine

ROVIGO - La morsa della siccità non si allenta sul Polesine, anche se le recenti piogge hanno dato un po’ di ossigeno alle asfittiche portate di Po e Adige. A giugno la portata media del Po a Pontelagoscuro, è stata la più bassa del mese dal 1951: media di 255 metri cubi al secondo rispetto ad una media storica pari a 1.735 ed un minimo storico, sempre riferito a giugno, che prima di quest’anno era a 320. Portate fuori norma per il mese, ma in assoluto non le peggiori, tanto che da parecchi anni sono stati elaborati progetti specifici, come spiega Lino Tosini, ingegnere idraulico, per 32 anni direttore del Consorzio di bonifica Delta Po Adige, ora Delta del Po: «Situazioni analoghe, se non addirittura peggiori di quella attuale, si sono verificate nel 2003, 2005, 2006 e 2007, quando la portata del Po a Pontelagoscuro raggiunse livelli mai registrati in precedenza, attestandosi per più giorni attorno a valori inferiori ai 200 metri cubi al secondo (in agosto, ndr.). Questo ha un significato fondamentale se si pensa che la magra del Po fino ad allora ritenuta storicamente eccezionale e di riferimento per tutte le progettazioni era di 400 mc/sec. Le conseguenze pesanti sul territorio dei quattro anni, così vicini tra loro, convinsero il Consorzio di bonifica ad adottare un insieme di piani e progetti per un contrasto efficace al cuneo salino. Nel 2010 il Consorzio predispose ed approvò il Pgbttr, Piano Generale di bonifica e tutela del territorio rurale, che prevede, oltre alle opere di bonifica idraulica, anche quelle irrigue da realizzarsi sull’intero comprensorio, comprese quelle di contrasto al cuneo salino.

Stop al cuneo salino

Lo stesso Consorzio, allora Delta Po Adige, già nel 2007, aveva anticipato tale Piano ideando alcuni progetti per dare risposte concrete alla possibilità di disporre acqua dolce nel Delta. Mi riferisco in particolare a due progetti. Il primo riguarda la realizzazione di un bacino di acqua dolce nell’ansa abbandonata di Volta Vaccari del Po di Pila, redatto nel 2008. Tale bacino consentirà di disporre di un cospicuo volume di acqua dolce da utilizzare per l’irrigazione di soccorso dei terreni di Polesine Camerini per un periodo di circa un mese. Il secondo riguarda la realizzazione di uno sbarramento antintrusione salina sul Po di Goro. Il progetto, redatto nel 2009, prevede la realizzazione di una barriera fissa sul Po di Goro a Gorino, così da creare un bacino di acqua dolce lungo tutto il percorso fluviale che va dall’incile del Po di Goro a Santa Maria in Punta, dove, anche nelle condizioni peggiori di portata non arriva il cuneo salino. Tali progetti erano già riportati, su proposta del Consorzio, tra gli interventi prioritari di rilevanza regionale in una delibera della Giunta Regionale del Veneto del 2007, 15 anni fa, a conferma dellla loro importanza strategica».

Progetti bloccati

Progetti preziosi, dunque, ma che fine hanno fatto? «Mi risulta - risponde Tosini - che il progetto di creare un bacino a Volta Vaccari, dopo 14 anni, non sia ancora completato pur essendo in fase realizzativa. Per quanto riguarda il piano relativo alla barriera sul Po di Goro, mi consta che il Consorzio dopo il 2010 non l’abbia più ritenuto fra le sue priorità, modificando quanto esso stesso aveva in precedenza approvato, ma soprattutto non tenendo conto di quanto stabilisce al riguardo il Pgbttr. In questo atto fondamentale tale progetto assume, infatti, un’importanza strategica e la sua realizzazione avrebbe risolto, a mio avviso, gran parte delle problematiche legate al cuneo salino del Delta. Tale progetto di massima, realizzato in collaborazione con il frontista Consorzio 1. Circondario di Ferrara, ora Consorzio pianura di Ferrara, aveva già raccolto il parere favorevole, seppur informale, del direttore dell’Agenzia interregionale del Po e l’assenso, più volte manifestato in pubblici convegni, del segretario dell’Autorità di Bacino del Po. Tale opera presenta ulteriori aspetti interessanti, prevedendo, oltre ad un’apposita conca di navigazione, un ponte stradale soprastante la barriera, in sostituzione dell’attuale ponte in barche, oggetto oggi di oneri e preoccupazioni a carico degli enti gestori».
«Ritengo utile sottolineare ancora una volta - conclude Lino Tosini - che fin dal 2007, 15 anni fa, la Regione, su proposta del Consorzio, aveva ritenuto prioritari i due progetti e che nel Piano di Bonifica e tutela del territorio rurale già dal 2010, 12 anni fa, si trovano le risposte, cioè le direttive e le schede per la redazione di progetti esecutivi di contrasto efficace e risolutivo al fenomeno del cuneo salino, la cui realizzazione avrebbe avuto oggi un notevole beneficio sull’irrigazione delle colture agricole del Delta».
 

Ultimo aggiornamento: 07:25 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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