Con Rovigo920 la città rilancia il turismo attraverso la sua storia millenaria

Domenica 19 Dicembre 2021 di Nicola Astolfi
Sandra Bedetti una delle relatrici al convegno su Rovigo 920


ROVIGO - Più che un momento conclusivo, il convegno “Rovigo 920: genesi di un’identità turistica”, in sala Flumina al museo dei Grandi fiumi, ha guardato a segnare un punto di partenza nel ridefinire per Rovigo e il Polesine un’identità capace di attrarre turisti delle più diverse tipologie.
L’evento, all’interno dell’iniziativa Rovigo 920 promossa dal Comune capoluogo e finanziata dal Gal Polesine Adige, attraverso il progetto di cooperazione transnazionale He art-Rural art nell’ambito del Programma di sviluppo rurale 2014-2020, ha definito come questo progetto abbia permesso di prendere coscienza delle potenzialità culturali locali in funzione dell’industria turistica, ha affermato il giornalista Maurizio Romanato, moderatore dell’incontro.

IL PROGETTO
Partendo dall’anniversario dei 1.100 anni della bolla papale del 920 in cui Papa Giovanni X autorizzò il vescovo di Adria Paolo Cattaneo a costruire la fortificazione che trasformò l’allora Villa Rodigo in una “fortezza” e quindi a diventare un centro urbanizzato dalla struttura difensiva realizzata tra X e XI secolo, «è stato dato avvio - ha spiegato l’assessore Roberto Tovo - a un percorso di valorizzazione turistica come “qualità di vivere la città” e per aumentare la consapevolezza del viverla. L’attività svolta significa anche tracciare le linee dettate dall’assessorato al Turismo, ora che l’amministrazione è a metà mandato. Forse manca, o mancava, un disegno: sicuramente era ancora basso il coordinamento sovraterritoriale su queste attività. Cultura, ambiente, sostenibilità della vita, eventi culturali e sportivi che sono un’alta forma di attrazione per l’esterno, sono i valori di una città capoluogo e di un territorio, e Rovigo 920 fa parte di un disegno complessivo, con investimenti per 100mila euro al museo dei Grandi fiumi, da 450 a 750mila euro per il teatro Sociale e con interventi di manutenzione straordinaria al tempio della Rotonda: la messa in sicurezza del porticato, quest’anno, non sarà l’unico intervento. Quindi, il progetto complessivo dice che non si tratta solo di fare una riflessione storica, ma che l’obiettivo è definire un percorso di fruibilità turistica per offrire “prodotti” turistici».
 

ALTRE STRATEGIE
Anche il turismo rurale sostenibile è una risorsa e la strategia di sviluppo locale 2014-2020 illustrata per il Gal Adige dal presidente Giustiliano Bellini e dalla direttrice Claudia Rizzi, è partita dal considerare non solo il patrimonio esistente, che conta esempio 112 ville venete, due castelli, due musei archeologici, due conservatori di musica e due pinacoteche. Per diversificare l’offerta turistica rurale e inserirla in iniziative di valorizzazione internazionale «abbiamo considerato anche le criticità - ha ricordato Rizzi - nel 2016 il 55,4% dei conduttori di aziende agricole aveva più di 60 anni d’età. Inoltre, le aziende avevano uno scarso grado di informatizzazione e scarsa interazione con i veicoli di promozione.

E poi c’era il fatto che i 1.236 posti letto disponibili, a parte qualche albergo, non erano in strutture organizzate ad accogliere la classica corriera».He art-Rural art ha agito per il miglioramento dell’offerta turistica e della sua promozione integrata, abbinando agli interventi strutturali di riqualificazione gli investimenti in eventi, rievocazioni e attività didattiche, illustrati dalla preside del liceo Celio Anna Maria Pastorelli, da Alba Rosito per Assonautica e Denis Maragno per Fiab Amici della bici. L’itinerario “I luoghi degli Olivetani in bicicletta”, per esempio, offre la possibilità ai turisti a Rovigo di conoscere la città anche fuori dal centro urbano, se supportati dalla necessaria segnaletica. Sandra Bedetti per il Cpssae ha proposto, per segnare il punto di partenza da Rovigo 920, di far ripartire anche saggi di scavo: quelli alla base di torre Donà mostrarono che poggia sui resti di un insediamento di epoca romana, e quelli al Salone del grano in Camera di commercio, nel palazzo municipale e nel complesso degli Olivetani hanno già permesso di recuperare reperti che sono tessere di archeologia urbana: sono un inizio che varrebbe la pena di ricostruire perché nuovi reperti significativi «aprirebbero anche nuove finestre nella valorizzazione della città».
 

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