In preda a un raptus aggredì l'ex datore di lavoro e la moglie: 5 anni per tentato omicidio

Sabato 22 Luglio 2023 di Francesco Campi
L'intervento dei carabinieri davanti al Bar all’Orologio, di Porto Viro, area teatro del violento episodio
PORTO VIRO - Il raptus che lo ha portato ad aggredire prima l’ex datore di lavoro, poi la propria moglie, è valso al 51enne portovirese Damiano Fregnan, accusato di duplice tentato omicidio, una sentenza di condanna a una pena di cinque anni di reclusione, decisa giovedì dal giudice per le udienze preliminari Silvia Varotto. La pena è comprensiva della riduzione di un terzo perché, consigliato dal proprio difensore, l’avvocato Anna Gotti, ha scelto di essere giudicato con rito abbreviato dopo aver prima tentato invano la via del patteggiamento.

L’AGGRESSIONE

Il fatto risale alla mattina del 20 giugno dello scorso anno, quando, in pieno centro, davanti al Bar All’Orologio, il 51enne si è scagliato con violenza inaudita nei confronti di un 71enne proprietario di un’importante azienda agricolo-valliva, per la quale aveva lavorato anni addietro, che stava salendo in macchina. Prima gli ha sferrato due pugni al volto, facendolo stramazzare a terra, in una pozza di sangue, poi ha iniziato a colpirlo con dei calci, su tutto il corpo, faccia compresa. Colpi furiosi, sferrati calzando degli anfibi. Poi è fuggito ed è rientrato a casa, dove, non contento, durante un diverbio con la moglie, ha picchiato anche lei, arrivando al punto di stringerle le mani intorno al collo fino a farle perdere i sensi. Solo quando ha visto la moglie cadere a terra sembra essersi conto dell’enormità di quanto era avvenuto, rivolgendosi in stato confusionale a dei vicini dicendo di aver ucciso la moglie e telefonando alla figlia invitandola a non tornare perché aveva fatto una cosa brutta.

ARRESTO IN FLAGRANZA 

I carabinieri della Stazione di Porto Viro, che erano già sulle sue tracce, sono intervenuti dopo pochi istanti, facendo scattare l’arresto in flagranza e portandolo in carcere. L’uomo era già noto per alcuni precedenti, ma nulla di confrontabile con quanto accaduto quel giorno. Le indagini, coordinate dal sostituto procuratore Andrea Bigiarini, hanno fatto emergere un quadro di disagio del 51enne, che si trovava in una situazione di marginalità e stava attraversando un momento di estrema difficoltà, anche di natura economica, non avendo un lavoro.
Questa sembrerebbe essere stata proprio la molla che l’ha portato ad accanirsi contro il 74enne, che anni l’aveva lasciato a casa insieme ad altri colleghi, per una situazione contingente.
Nel corso degli anni alcune di queste persone sarebbero state poi riassunte, mentre lui no e questo l’avrebbe portato a covare un sentimento di rabbia e rancore, anche perché più volte avrebbe chiesto di poter tornare a lavorare, senza però ottenere risposte. Un tarlo che sembra avergli scavato dentro, logorandolo, fino a fargli perdere il lume della ragione.

RAPTUS VIOLENTO

L’uomo ha ammesso di aver perso la testa e di essersi trovato in balia di un raptus violento, ma ha negato di aver mai voluto uccidere sia il 71enne che la moglie. Le lesioni che ha provocato ad entrambi sono state comunque pesanti, con il primo che è stato ricoverato in Neurochirurgia all’ospedale di Rovigo per i traumi e le contusioni cerebrali multiple provocate dai pesanti colpi ricevuti e la seconda nel reparto di Chirurgia maxillo facciale dell’ospedale di Padova.
 
Ultimo aggiornamento: 17:16 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci