Porto Tolle. Pescatori del Delta allo stremo per le perdite dovute al granchio blu: stato d’agitazione

È stato annunciato dal presidente di Alleanza delle coop Giampaolo Buonfiglio allo stadio Cavallari gremito

Venerdì 1 Dicembre 2023 di Anna Nani
sindaci e marinerie del delta in assemblea allo stadio Cavallari

PORTO TOLLE (ROVIGO) - Il comparto ittico del Delta ha proclamato lo stato di agitazione fino a che non sarà proclamato lo stato di emergenza nazionale per quanto sta accadendo da luglio a causa del granchio blu. Ad annunciarlo al termine dell’assemblea pubblica a marinerie riunite che si è tenuta ieri pomeriggio allo stadio Cavallari di Porto Tolle è stato Giampaolo Buonfiglio, presidente di Alleanza delle cooperative che ha rimarcato: «Sono necessarie misure a breve per salvare le imprese e dare fiato economico alle famiglie ridotte allo stremo.

Per fare ciò serve un approccio straordinario perché non si può pensare di risolvere un problema come questo in termini ordinari. Sono mesi che continuiamo a ripeterlo, ora siamo costretti ad alzare il livello e andare a farci sentire a Bologna, Venezia e Roma e se non ci concederanno quello che chiediamo arriveremo anche a Bruxelles: devono smettere di parlare nelle stanze dei palazzi, ma venire qui e risolvere la situazione».

SPALTI GREMITI

Centinaia i pescatori sugli spalti, oltre quelli portotollesi moltissimi erano provenienti da Goro e da Comacchio. Tutti ordinati, fin troppo, visto quanto stanno attraversando. Hanno rumoreggiato un po’ solo quando alle due e mezza l’incontro non era ancora iniziato, ma poi si sono limitati ad ascoltare. Al punto da ricevere i complimenti da Piergiorgio Vasi responsabile pesca acquacoltura della regione Emilia Romagna per la compostezza dimostrata. Moderatore dell’incontro è stato Massimo Bellavista, coordinatore attività della pesca e acquacoltura di Legacoop che nel proprio intervento introduttivo ha fatto il riassunto di quanto fatto da quando è esplosa l’emergenza: 6 riunioni al ministero, 2 del Distretto dell’Alto Adriatico, 3 consulte ittiche. Senza contare gli innumerevoli consigli comunali e tavoli a cui recentemente si è aggiunto anche quello a prefetture riunite tra Rovigo e Ferrara. «Non abbiamo avuto risposte rispetto alla sospensione dei mutui, alla questione della previdenza, da tempo come associazioni di categoria ci chiediamo quale sia il futuro per la molluschicoltura – ha detto Bellavista – Siamo coscienti che già da mesi alcuni pescatori non hanno entrate e da gennaio peggiorerà. Per questo ci siamo riuniti in un Comitato interregionale perché solo uniti possiamo farcela».

SANCITA L’UNIONE

Da metà novembre le due sponde si sono ufficialmente coordinate e l’assemblea di ieri ne è stata la dimostrazione. Un’unione di intenti ribadita dai presidenti dei due Consorzi più colpiti quello dei Pescatori di Scardovari e quello di Goro, rispettivamente Luigino Marchesini «non c’è più prodotto da pescare: siamo in emergenza totale per i nostri pescatori che non hanno reddito e mutui da pagare. Serve un decreto ad hoc per Veneto ed Emilia Romagna» e Massimo Gennari «siamo senza prodotto e reddito, a breve le nostre famiglie non riusciranno a fare la spesa. Abbiamo fatto tanti incontri, ma non ci fermeremo qui: abbiamo bisogno che sia riconosciuta l’emergenza e serve un piano nazionale». Di tempo scaduto ha parlato il sindaco Roberto Pizzoli: «O il Governo riconosce questo stato di emergenza nazionale o per noi è finita».

CRISI GRAVISSIMA

Mentre la collega di Goro, Marika Bugnoli: «Questo non è un problema di 4.000 famiglie, ma di tutto un territorio e le fasce tricolori qui presenti lo dimostrano. Il fatturato da oltre 200milioni di euro all’anno non mancherà solo alle famiglie di pescatori, ma a queste zone. Ci hanno detto che non ci sono i parametri per riconoscere questo fenomeno come emergenza, bene, se non ci sono dei vestiti adatti che la politica inizi a farne uno su misura, perché col cambiamento climatico d’ora in poi dovremo aspettarci fenomeni improvvisi che mandano in crisi dei settori». Per la Regione, l’assessore Cristiano Corazzari ha ribadito: «Qualora dovesse scomparire questa economia qui si vivrebbe ancora l’abbandono e l’emigrazione. Abbiamo un territorio unito che grida straordinarietà ed emergenza, in ballo c’è il futuro di un’area che vuole lavorare assecondando la propria vocazione che è la pesca. I pescatori sono i primi custodi del mare e delle lagune, ci rendiamo conto dell’importanza del problema che è particolare e che necessità di una soluzione particolare».

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