ROVIGO - «Amazon ha una strategia di sviluppo per il Polesine? Nessuno sa niente». Anche questa è tra le rilevazioni nella ricerca “Amazon nel territorio di Rovigo... un anno dopo”, commissionata dalla Cgil provinciale e presentata, al Cubo del Consorzio università, dal gruppo di lavoro che ha coinvolto Chiara Gargiulo e Igino Canale dell’Ires Veneto, Alessandro Dei Rossi del Centro interdipartimentale di studi regionali Giorgio Lago dell’università di Padova, e Patrizia Messina, docente di Scienza politica nello stesso ateneo, coordinatrice e supervisore del gruppo.
Al 31 dicembre 2021 lavoravano al centro di distribuzione di Castelguglielmo e San Bellino, e in dieci aziende della logistica dislocate in un raggio di dieci chilometri, 2.315 persone: vale a dire il 37% «rispetto ai 6.217 assunti, con 7.222 rapporti di lavoro, tra l’apertura del centro nel settembre 2020 e il 2021, a rilevare la mole di persone passate sul territorio», ha ricordato Gargiulo nell’esporre la parte quantitativa della ricerca e l’analisi del contesto, prima e dopo l’insediamento di Amazon.
PRESENZA ININFLUENTE
Quanto all’incertezza dei rappresentanti il territorio davanti alla domanda “Amazon ha una strategia di sviluppo per il territorio del Polesine?”, mentre l’azienda spiega: «Dialoghiamo per ridurre le criticità. Siamo disponibili con la Regione per un piano infrastrutturale. Stiamo costruendo una partnership con l’Its Marco Polo cademy. Noi possiamo avere un ruolo assieme agli altri attori territoriali», i rappresentanti locali «non conoscono la strategia di sviluppo di Amazon e non sono mai stati destinatari di campagne di comunicazione, né sono mai stati coinvolti in progetti condivisi dove il capofila fosse Amazon». Altra domanda: Amazon può essere tra chi spinge per lo sviluppo locale sostenibile? «Le posizioni più critiche (Confesercenti, Confindustria) sostengono che Amazon non può creare sviluppo perché non si relaziona con il territorio. Non crea filiera per creare un indotto. L’unico indotto è quello dei furgoncini». Dunque ora «è urgente capire cosa vuole Amazon e cosa è disposto a condividere con la comunità».
Se si cambia prospettiva, oltre al problema demografico risultano carenti nel territorio, rileva la ricerca, anche i servizi alla persona e il welfare di prossimità (fondamentali per trattenere la popolazione, soprattutto giovane). Inoltre, il mercato immobiliare «è saturo e inadeguato rispetto alla domanda». «Non si vuole affittare per brevi periodi e proliferano gli Airbnb», ha rilevato Dei Rossi. Tirando le somme, il territorio non era pronto e non aveva minimamente pianificato l’arrivo di un colosso come Amazon. E aspetto non di minore importanza, continuano a mancare anche «dati georeferenziati sui flussi di merci e di persone».
Profilo Abbonamenti Interessi e notifiche Newsletter Utilità Contattaci
Logout