Polesine come la Terra dei fuochi. La Regione: attenti alle ecomafie

Venerdì 8 Marzo 2019 di Francesco Campi
capannone sequestrato a Fiesso umbertano
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ROVIGO - Il Polesine si trova suo malgrado al centro del dibattito sugli ecoreati e si vede appioppata la sgradevole etichetta di terra dei fuochi del Nord. La scoperta del capannone nella zona industriale di Piacentina, a Fiesso Umbertiano, trasformato in una discarica abusiva, accende i riflettori della Regione sulla vulnerabilità di questa provincia. L'assessore regionale all'Ambiente e Protezione Civile Gianpaolo Bottacin torna ancora sul tema evidenziando come la Regione sia già attiva sul fronte del coordinamento interforze e dei seminari di approfondimento.
ALLERTA ALLE PREFETTURE Questi seminari, si sottolinea, «che prossimamente anche la Prefettura di Rovigo potrebbe organizzare in Polesine, hanno anche lo scopo di far conoscere agli addetti ai lavori, oltre che ai cittadini, ciò che sta accadendo realmente nel Veneto dove si sviluppa il 9% degli incendi che riguardano i rifiuti di tutto il Nord Italia. Percentuale che crolla drasticamente se si considera l'intero territorio nazionale». Bottacin, anche in risposta agli attacchi arrivati dai consiglieri regionali di opposizione, ribadisce l'impegno della Regione e sottolinea l'utilità di questi momenti di approfondimento conseguenti al tavolo di lavoro da lui stesso avviato l'anno scorso e di cui fanno parte anche Carabinieri dei Noe, vigili del fuoco, Arpav, Università di Padova e Anci, che ha anche l'obiettivo dichiarato di garantire il massimo supporto agli inquirenti nel combattere eventuali illeciti, tra cui soprattutto quelli di stampo mafioso, che si dovessero verificare nell'ambito della gestione dei rifiuti: «Da sempre siamo attivi nella battaglia contro gli illeciti ambientali e in particolare quelli collegati ai rifiuti. Non è un caso se anche di recente abbiamo collaborato a specifici focus sul tema come quello organizzato dalla Prefettura di Venezia e svoltosi recentemente a Mestre o come quello in programmazione in Prefettura a Vicenza il prossimo 19 marzo».

VIDEOSORVEGLIANZA «Si tratta di una delle varie iniziative, insieme a quella collegata ai finanziamenti regionali per dotare di videosorveglianza gli impianti rifiuti, con cui vogliamo garantire massimo supporto agli inquirenti - continua l'assessore regionale - E' il primo caso, e per ora unico, in Italia, di tavolo interforze in materia, tant'è che è stato recentemente portato ad esempio virtuoso dall'ingegner Fabio Dattilo, capo del Corpo nazionale dei vigili del fuoco nella Commissione bicamerale Ecoreati, che ha suggerito di estenderlo anche ad altre realtà; cosa che ha fra l'altro suscitato anche l'interesse di diversi quotidiani nazionali. Ma nulla si vuole lasciare al caso e quindi, oltre a finanziamenti destinati a enti pubblici e privati per progetti di videosorveglianza con incremento sensibile di controlli, abbiamo introdotto anche questa task force che, come ha suggerito l'ingegner Dattilo, mi auguro davvero venga estesa a tutta Italia. Non va infine dimenticato, ma anzi sottolineato il preziosissimo lavoro del nostro braccio operativo costituito da Arpav, a cui va il mio ringraziamento, che effettua un numero di controlli e campionamenti che non ha eguali in Italia».

INDAGINI DELL'ARPAV Proprio Arpav in queste ore sta cercando elementi utili alle indagini per definire caratteristiche e provenienza dei rifiuti, scavando letteralmente nella montagna di oltre 5mila metri cubi trovata dai carabinieri di Fiesso e della Compagnia di Castelmassa, che hanno poi chiamato gli specialisti del Noe, nel capannone, vuoto dal 2014, quando è fallita la ditta che vi realizzava pannelli frigoriferi, la Tecpol. Il problema dei capannoni abbandonati che diventano luoghi in cui organizzazioni criminali ammassano rifiuti è già emerso da tempo. Ma proprio in questi giorni era tornato alla ribalta con un'indagine della Direzione distrettuale antimafia di Milano, che ha ricostruito un flusso di ecoballe dalla Campania non solo nel sito del capoluogo lombardo dato alle fiamme lo scorso ottobre, nonché nella vicina Lodi, ma anche in Veneto, in un capannone a Fossalta di Piave, in provincia di Venezia, e in uno nella frazione veronese di San Massimo.
 
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