ROVIGO - Villamarzana è stata protagonista, per cinque giorni, della ripresa di importanti scavi archeologici. Un vero e proprio evento, che avrebbe dovuto iniziare sei anni fa, ma che poi era stato messo in sospeso a causa di permessi da ottenere, e che sono finalmente giunti.
IL PROGETTO
Il progetto è coordinato dalla Soprintendenza di Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le Province di Verona, Rovigo e Vicenza. Il soprintendente è Vincenzo Tiné, mentre il funzionario archeologo incaricato è Paola Salzani. Tre sono i siti interessati dalle nuove ricerche: Frattesina di Fratta Polesine, Campestrin di Grignano Polesine e, appunto, Villamarzana. A Frattesina e Campestrin operano il Dipartimento di Scienze dell’Antichità della Sapienza Università di Roma e il Cpssae di Rovigo. I direttori delle ricerche a Frattesina e Campestrin sono Andrea Cardarelli, ordinario di Preistoria e Protostoria alla Sapienza e Paolo Bellintani, funzionario archeologo della Soprintendenza per i Beni Culturali della Provincia di Trento, nonché presidente del Cpssae. Il direttore delle ricerche a Villamarzana è invece Michele Cupitò.
«
L’INSEDIAMENTO
Il grande insediamento di Villamarzana, scoperto alla fine degli anni 60, è ubicato su un dosso posto a circa 7 chilometri ad est dall’abitato di Frattesina e, al pari di quest’ultimo, si pone direttamente sull’asse dell’antico Po di Adria. Grazie alle numerose indagini di superficie, il sito occupava un’area posta tra la strada provinciale 24 a nord e l’argine del Tartaro-Canalbianco a sud, per circa 100 ettari. Un’estensione assolutamente inedita per un insediamento padano riferibile a questa fase della protostoria.
Hai scelto di non accettare i cookie
La pubblicità personalizzata è un modo per supportare il lavoro della nostra redazione, che si impegna a fornirti ogni giorno informazioni di qualità. Accettando i cookie, ci aiuterai a fornire una informazione aggiornata ed autorevole.
In ogni momento puoi modificare le tue scelte tramite il link "preferenze cookie".