Rosolina. Malmenava la moglie: condannato a 4 anni e 9 mesi

Martedì 16 Gennaio 2024 di Francesco Campi
Rosolina. Malmenava la moglie: condannato a 4 anni e 9 mesi

ROSOLINA - Schiaffi che hanno segnato la fine di un matrimonio, alla quale sono seguiti ulteriori strascichi, come il mancato pagamento dell'assegno per il mantenimento della figlia e la mancata consegna della casa familiare all'ormai ex moglie, della quale aveva invece cambiato la serratura, accompagnati da messaggi di offese e minacce, anche di morte, inviati sul telefono e da post social con contenuti diffamatori. Una vicenda di dolorosa disgregazione familiare, che ha visto ieri il giudice Sara Zen condannare in primo grado un 40enne di Rosolina a ben 4 anni e 9 mesi di reclusione, oltre al pagamento di una provvisionale immediata di 5mila euro per la figlia e di 10mila euro per l'ex moglie, costituita parte civile con l'avvocato Fulvia Fois.

Il 40enne, infatti, si era trovato a giudizio per rispondere delle ipotesi di reato di maltrattamenti in famiglia, aggravati dalla presenza della figlia minore, di lesioni personali aggravate, di stalking e di violazione degli obblighi di assistenza familiare. È stata la moglie stesse, dopo l'ultimo episodio violento, il 14 agosto del 2020, a presentarsi dai carabinieri per denunciare il marito, dicendosi costretta ad andar via di casa per una situazione divenuta intollerabile.


LE AGGRESSIONI
In particolare, l'uomo, sotto l'effetto dell'alcol, dopo averla offesa, l'avrebbe scaraventata contro il muro e colpita al seno, strappandole poi di mano il telefono e distruggendolo per impedirle di chiamare i carabinieri. Nella sua denuncia, però, la donna ha citato anche altri episodi del passato, come un episodio del luglio 2018, quando mentre si trovavano al bar con degli amici, dopo averla accusata di vedersi con un altro uomo, l'aveva schiaffeggiata spaccandole un labbro. O come, quando, un anno dopo, dopo il rifiuto di un rapporto sessuale, l'aveva nuovamente schiaffeggiata e insultata. Condotte, aveva spiegato, spesso dovute all'assunzione smodata di alcol ed alla sua eccessiva gelosia. Pesanti, poi, le minacce e le offese che l'uomo ha rivolto all'ex moglie dopo la separazione, come «te e le tue amiche meritate solo di essere impiccate», «pazza», «madre indegna», «ti ammazzo, stai attenta».
Dopo la sentenza, la donna, presenta in aula, ha abbracciato il proprio avvocato in lacrime: «È finito un calvario, sono felice per me e la mia bambina. Mi sento libera, provo tante emozioni, ho paura che mi possa fare del male. Dico a tutte le donne che vengono picchiate o minacciate ed offese di denunciare i propri aggressori e di rivolgersi a un bravo avvocato che creda in loro senza mai mollare. Ora rivoglio la mia vita». Da parte sua, l'avvocato Fois si dice «molto soddisfatta del traguardo, frutto del lavoro di un team di avvocati che in modo attento, perseverante e di pieno supporto alla cliente, ha portato a casa un risultato che ha il sapore della giustizia. Quindi, dico a tutte le donne che subiscono molestie e maltrattamenti di tutelarsi e tutelare così anche i propri figli».

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