Diritti esclusivi, ancora un rinvio: i pescatori pronti ad azioni eclatanti

Giovedì 1 Agosto 2019
Il tavolo convocato ieri mattina in Prefettura
ROVIGO - Un’assenza che ha fatto rumore. Un vuoto accolto con gelo e che ha finito per scaldare ulteriormente gli animi dei pescatori, che hanno preannunciato una manifestazione di protesta. Ieri mattina, al tavolo convocato in prefettura per fare il punto sulla questione dei diritti esclusivi di pesca, c’erano tutti, dal prefetto Maddalena De Luca al questore Raffaele Cavallo, dai comandanti dell’Arma dei carabinieri e della Guardia di Finanza ai rappresentanti delle associazioni della pesca e del Consorzio di Scardovari. Mancavano solo due persone: il presidente della Provincia Ivan Dall’Ara e il segretario generale di Palazzo Nodari Maria Votta Garavina. Entrambi lontani, in vacanza.  
Una situazione, quindi, quasi grottesca, visto che tutti i presenti erano concordi sulla necessità di procedere rapidamente e sbloccare definitivamente la situazione che si è venuta a creare sulla concessione, e che è proprio in capo ai due assenti il compito di dare materialmente il via libera ai provvedimenti.
AMAREZZA
Il prefetto De Luca, che ha riversato grande impegno per la risoluzione della controversia, non ha nascosto l’amarezza: «Francamente pensavo che questa riunione potesse essere decisiva e conclusiva - ha detto in apertura - ma il presidente e il dirigente della Provincia sono in ferie. Sulla questione, vista la sua rilevanza economica e sociale, sono arrivati gli interventi del Governo, dell’Avvocatura dello Stato, che si è espressa in due momenti, anche se a mio avviso già il primo parere era chiaro, e dell’Avvocatura della Regione, che ha aperto un ulteriore scenario escludendo comunque il ricorso al bando. Cercavamo una strada, si sono aperte due autostrade, ma è la Provincia che ora deve decidere e che avrebbe già ora dovuto dirci cosa intendeva fare».
Compito ingrato quello del sindaco di Taglio di Po Francesco Siviero, che ricopre anche il ruolo di vicepresidente della Provincia: «Capite il mio imbarazzo, la mia posizione la conoscete tutti, ma non ho il mandato per poter parlare a nome dell’ente su questa questione. Il consiglio provinciale ha piena volontà di non addivenire a un bando. La decisione è in capo ad altri, purtroppo».
L’ATTACCO
Durissimo l’assessore regionale Cristiano Corazzari: «Il presidente Dall’Ara ama definirsi il sindaco della felicità. Ecco, non sono felice per l’assenza del presidente e della parte tecnica della Provincia, che hanno sollevato i dubbi che tutti ci siamo attivati per chiarire. Ci sono un dovere e una responsabilità di prendere delle decisioni. Non si può giocare con queste cose. E non si può nemmeno parlare attraverso i giornali, ma poi essere assenti ai tavoli convocati appositamente. L’Avvocatura dello Stato ha detto che i diritti esclusivi di pesca possono essere equiparati alle concessioni demaniali, quindi è percorribile la strada della proroga quindicennale. Anche come Regione abbiamo fornito un parere, che dice che la Provincia può procedere con l’assegnazione diretta senza bando e con una propria valutazione su durata temporale e su canone. Ringrazio per la loro preziosa azione il prefetto De Luca e il sottosegretario Franco Manzato. Ora la soluzione è stata trovata: non possiamo far attendere ulteriormente il mondo della pesca».
Un mondo che è in fibrillazione, come ha illustrato il presidente del Consorzio Luigino Marchesini, evidenziando i danni provocati dai ritardi e la volontà di una manifestazione. L’assessore provinciale alla Pesca, nonché sindaco di Porto Tolle, Roberto Pizzoli, ha ventilato la possibilità di rimettere l’incarico a Palazzo Celio e di sfilare in corteo al fianco dei pescatori: «Ora basta, bisogna chiudere un iter amministrativo durato anche troppo».
Ultimo aggiornamento: 2 Agosto, 08:39 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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